Tutto nasce dal licenziamento di un vice-sceriffo di Hampton (Virginia) - Daniel Ray Carter - che aveva espresso la sua preferenza su Facebook per Jim Adams - candidato rivale del suo capo.
B.J. Roberts, lo sceriffo in carica, non digerisce il suo Like, e quello di altri cinque dipendenti, e li licenzia in tronco.
# Leggi anche Facebook follie: la bebè chiamata Like
Daniel Ray Carter passa così alle vie legali, ma la Corte statale stabilisce che il "mi piace" di Facebook non è protetto dalla Costituzione, anzi, lo equipara a una vera e propria firma per sostenere una campagna elettorale. Il vice-sceriffo sconfitto in prima battuta, però, non si arrende.
Oggi, a distanza di quattro anni, la sentenza della corte d'Appello di Richmond, in Virginia, ribalta la situazione. Il giudice William B. Traxler Jr, ha deciso che sostenere un candidato politico con un "mi piace" sui social network è un diritto protetto dal primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, altrimenti detto " libertà di espressione".
La sentenza dei giudici non "piace" solo all'ex vice-sceriffo, ma anche a Facebook che ha espresso tutta la sua soddisfazione per il verdetto della corte federale.
# Leggi anche I "mi piace" di Facebook rivelano i nostri segreti