Un po’ come quando un telefilm “salta lo squalo”, c’è anche un momento preciso in cui puoi dire con assoluta sicurezza che una compagnia diventa “cattiva”. Potrebbe essere appena capitato a Facebook, anche se in effetti dobbiamo aspettare e vedere quali sono le sue prossime azioni per tirare le somme!
Certo, in molti direbbero che Facebook è sempre stato cattivo. I questo caso, allora, possiamo sostenere che abbia raggiunto un nuovo livello: ieri è stato notato un nuovo brevetto registrato dall’enorme social network, che mette in una luce sinistra lo sviluppo di applicazioni di geolocazione, ovverosia "Facebook Places". Ciò che è stato depositato, infatti, è estremamente vago e copre come un ombrello il business dei picoli, creativi ed agguerriti rivali di Facebook. Stiamo parlando di generici “metodi con i quali gli utenti condividono la propria posizione geografica mentre partecipano ad un servizio di social networking” oppure “Sistemi e metodi per localizzare automaticamente i membri di un social network”.
I termini del brevetto (qui un link per i più curiosi) sono tanto assurdi da coprire persino il concetto stesso di check in, ovverosia di notifica dell’accesso ad una data posizione del soggetto. Quando una tecnologia è giovane, è purtroppo molto facile riuscire a far approvare patent che spingono oltre l’orlo di un burrone gli avversari. Se Facebook fosse Microsoft tenterebbe nel giro di pochi giorni di estromettere la concorrenza usando il brevetto in modo aggressivo. Personalmente spero che Zuckerberg e soci abbiano piuttosto creato uno “scudo difensivo”. Quale sia la natura delle cose, i rivali dovrebbero pensare a come scendere a patti con Facebook per ottenere una licenza.
Immagine CC di NASA's Marshall Space Flight Center