Digital Life

Electronic Arts nei guai per Medal of Honor

Quando il merchandise non conosce barriere...

di Stefano Silvestri

La parola ‘beneficienza’ è un termine che di per sé nobilita qualsiasi cosa l’abbia per oggetto, o almeno questo è ciò che pensiamo comunemente. Alle volte però andrebbe maneggiata con maggiore attenzione o il rischio è di trovarsi nell’occhio del ciclone, come sta accadendo in questi giorni a Electronic Arts.

"La trovata di EA diventa un boomerang. Anzi, un tomahawk!"

Armi virtuali? No, vere! -

Medal of Honor: Warfighter

Call of Duty: Black Ops II

The Project Honor Program

Navy Seal Foundation

Special Operations Warrior Foundation

Dal gioco a casa propria - L'elenco completo di ciò che sarebbe stato (usiamo volutamente il passato) possibile acquistare non è noto. La pagina si limita a ricordare che le due fondazioni avrebbero ricevuto dai “produttori di armi ed equipaggiamenti” una percentuale dei soldi versati dagli appassionati nelle loro casse. Per certo si sa che era possibile acquistare un tomahawk ribattezzato “Voodoo Hawk” per 75 dollari , una versione speciale dell’accetta usata dagli indiani nativi d’America e presente nel videogame per eliminare silenziosamente i propri avversari.

Le inevitabili polemiche - Com’era immaginabile, l’idea ha suscitato numerose polemiche. Perché un conto è usare un’arma virtuale in un videogioco, un altro è ritrovarsene in mano una vera acquistata sull'onda dell’euforia del momento. Senza dimenticare che gli Stati Uniti sono una nazione dove troppo spesso si registrano massacri dovuti alla vendita indiscriminata di armi, e francamente in pochi sentono il bisogno che anche i videogame diventino un veicolo per la loro commercializzazione.

La marcia indietro - A seguito delle discussioni divampate in queste ore, era inevitabile la marcia indietro di Electronic Arts. Greg Goodrich, executive producer di EA, ha cercato così di difendere la promozione: «Si trattava di un tentativo di raccogliere denaro per beneficenza e puntavamo davvero molto su quel tomahawk ma ora non so proprio cosa succederà». E ha poi aggiunto: «Se dopo aver giocato a Need for Speed qualcuno mi desse le chiavi di una Porsche, mi dovrebbe per forza venir voglia di saltare a bordo e guidare come un pazzo investendo le persone? Io dico di no». E voi, siete d’accordo con queste argomentazioni? (sp)

20 agosto 2012
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