Digital Life

E' dura chiamarsi Assange

Si consegna alle autorità il leader di Wikileaks

E’ estremamente difficoltoso fare delle ipotesi sui reati contestati a Julian Assange, fondatore e portavoce di Wikileaks, che le autorità svedesi ritengono responsabile di stupro. Posso dire che sono davvero stati pochi, finora, i giornalisti che hanno ritenuto credibili queste accuse.

Quale sia la verità, Assange ha deciso, dietro consiglio dei propri avvocati, di consegnarsi alle autorità londinesi. Ovviamente il team legale del giornalista ha fatto sapere che ogni tentativo di estradizione verrà opposto con forza, perchè potrebbe anche voler dire la consegna ai suoi più acerrimi nemici, gli americani (che invero finora non l’hanno ancora accusato di nulla di concreto).

Le autorità inglesi hanno deciso di non consentire alcuna cauzione: il rischio di fuga è troppo alto. E dire che una cordata di filantropi, tra cui il regista Ken Loach, aveva offerto oltre 180.000 sterline! Dal proprio Twitter, Wikileaks proclama solidarietà al leader in pericolo e conferma la propria volontà di procedere per la strada stabilita con nuovi documenti pubblicati ogni giorno. Gli attacchi sono stati tanti, dalla perdita dei server ai DDoS. PayPal si rifiuta di occuparsi delle donazioni e persino i conti in banca sono stati chiusi. Ma ci sono criminali che combattono anche “a favore” di Wikileaks, anche se va fatto notare che il sito di indiscrezioni di alto livello è completamente estraneo a tali iniziative. A partire dal solito 4chan, hacker anonimi hanno dato guerra con una raffica di DDoS a PayPal, PostFinance (rei di aver congelato i conti di Assange) e il sito degli avvocati svedesi che promuovono le accuse contro Assange. Contro PayPal ogni sforzo è stato vano, ma al momento in cui sto scrivendo questo articolo gli altri due sono tutt’ora offline.

Il segretario della difesa statunitense Gates, dal canto suo, ha risposto al comunicato della cattura di Assange con tipica americanità: “That sounds like good news to me”. Mi paiono buone notizie. Onestamente, da quando è iniziata tutta questa storia sto ancora aspettando una notizia classificabile come “buona” per i governi del mondo. Per finire in bellezza, linko qui un articolo-comunicato dell'Australian, pubblicato oggi dallo stesso Assange.

Foto CC di Mataparda

8 dicembre 2010
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