di Luigi Teodonio
Un dipendente beccato a controllare il proprio account di Facebook sul posto di lavoro potrebbe anche essere accusato di aver violato una legge federale. Questo è quanto accade negli Stati Uniti, dove una legge del 1986 potrebbe mettere nei guai i fanatici dei social network.
"Molto dipende dall’interpretazione della legge da parte del giudice"
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Computer Fraud and Abuse Act - La legge in questione è il Computer Fraud and Abuse Act (CFAA), emanata nel 1986 quando il protocollo HTTP ancora non era stato inventato e il web era tutt’altra cosa rispetto a oggi. La legge era stata introdotta per prevenire e criminalizzare attività di hackeraggio nei confronti delle aziende e condannava l’accesso a computer senza autorizzazione o superare i privilegi ottenuti in un computer protetto. Traducendo dall’avvocatese, un computer protetto è, virtualmente, ogni macchina dotata di un processore e connessa alla rete. Praticamente ogni computer presente in un normale ufficio.
Reato federale - Se un dipendente fosse chiamato dal proprio datore di lavoro davanti a un giudice a rispondere di un’infrazione di questa legge, rischierebbe una condanna per reato federale. È successo ad alcuni dipendenti chiamati in causa davanti alla Prima, Quinta, Settima e Undicesima sezione della Corte d’Appello statunitense. Se il dipendente ha navigato su siti web vietati dall’azienda, potrebbe essere accusato di aver violato il CFAA visto che il suo comportamento potrebbe essere interpretato come “violazione di un computer protetto”. In Italia, per il momento, non sono stati ancora registrati casi del genere, ma è sempre meglio andarci con i piedi di piombo. (sp)