di Luigi Teodonio
Grande colpo messo a segno dalla società di sicurezza informatica FireEye. Grum, il terzo botnet al mondo per traffico di spam generato è stato messo off-line dopo mesi di duro lavoro. Mercoledì sono stati definitivamente messi fuori uso gli ultimi server utilizzati per gestire la sua rete.
Dopo una battaglia virtuale durata 10 giorni, il terzo spam botnet al mondo è stato messo definitivamente KO
Duro colpo
FireEye, società leader nel settore della sicurezza informatica
9 Luglio - La battaglia definitiva è iniziata il 9 Luglio, quando da FireEye è partita una pesante offensiva contro i server che servivano da ponte per impartire i comandi al botnet. Prima di tutto sono stati messi off-line i server olandesi, seguiti a ruota dai server ospitati a Panama ed in Russia. Messi alle strette, i gestori di Grum hanno tentato un’ultima, disperata, mossa: spostare tutto in Ucraina. Ciò, però, non ha impedito agli esperti di FireEye di portare a termine la loro missione. Così, dopo 10 intensi giorni di battaglia virtuale, Grum ha esalato i suoi ultimi respiri in terra ucraina.
18 miliardi al giorno - La quantità di spam prodotta da Grum ha davvero dell’incredibile. FireEye ha calcolato che, ogni giorno, Grum riusciva ad inviare messaggi da circa 100.000 differenti IP, per un totale di 18 miliardi di messaggi di spam. Ogni giorno. Una cifra che agli occhi di molti potrà sembrare enorme, ma che alla fin fine rappresenta “appena” il 18% del traffico spam generato ogni giorno nel mondo. In particolare, Grum era “specializzato” nella diffusione di mail che pubblicizzavano una particolare tipologia di medicinali. Se da domani riceverete meno mail che tenteranno di “rivitalizzare” la vostra vita sessuale, non montatevi la testa. Sappiate che non è dovuto al fatto che siete, improvvisamente, diventati dei draghi sotto le lenzuola; semplicemente è morto Grum.
Atif Mushtaq - Il senior staff scientist di FireEye, Atif Mushtaq, ha raccontato passo dopo passo questa piccola epopea dalle pagine del suo blog. “Molti degli spam botnet si stanno spostando dall’Europa e dagli USA verso lidi per loro più tranquilli. Paesi come Panama, Ucraina e Russia sembravano essere una sorta di Eden per loro, ma questa volta gli abbiamo dimostrato che si sbagliavano”. “Restano ancora dei piccoli focolai – ammette Mushtaq – ma sono solamente dei nodi che stanno portando a termine il compito che gli era stato già assegnato”.