di Stefano Silvestri
Eurogamer.it ha pubblicato la recensione di Dishonored già qualche giorno fa, me è solo oggi che il gioco esce ufficialmente nei negozi ed è per questa ragione che pubblichiamo l’articolo che stai per leggere.
"In Dishonored vestiamo i panni di un assassino dotato di poteri magici"
La storia - Dishonored è un gioco d'azione in prima persona in cui vestiamo i panni di un assassino soprannaturale votato alla vendetta. Corvo Attano, questo il nome del nostro alter ego, è infatti un alto ufficiale al servizio dell’Imperatrice di Dunwall, che fisce vittima di una misteriosa cospirazione. Ingiustamente accusato e destinato al patibolo, verrà fatto fuggire dalla prigione da una setta di lealisti. Ma è solo l’inizio, perché subito dopo un misterioso personaggio gli conferirà dei poteri magici che potremo sviluppare a nostro piacimento. Ed è qui che inizia il bello…
Un gioco flessibile - La nostra riabilitazione procederà sgominando il complotto che sta ridisegnando i poteri dell’Impero. Per farlo potremo eliminare i nostri nemici con creatività, grazie a un sistema di combattimento flessibile che ci farà scegliere tra i poteri soprannaturali o i gadget a nostra disposizione. Potremo quindi sbarazzarci delle guardie teletrasportandoci alle loro spalle e soffocandole, possedendole mentalmente o facendole divorare da branchi di topi che ubbidiranno ai nostri comandi. Diversamente potremo avvalerci di mine, bombe, pistole e balestre. A noi la scelta…
Strisciando nell’ombra - Dishonored, come i veri appassionati di videogiochi potranno notare, pare attingere a piene mani da due grandi classici del passato: Thief e BioShock. Dal primo eredita l’ambientazione steampunk, le atmosfere e le musiche, oltre all’approccio votato allo stealth. Al secondo, ossia BioShock, Dishonored si ispira per quanto riguarda la gestione delle mani con cui impugnare le armi o lanciare le magie. Non si creda però che sia un gioco necessariamente violento. Nel titolo sviluppato dagli Arkane Studios si è incoraggiati a intraprendere una strada silenziosa, poiché l’intelligenza artificiale risponderà negativamente alla nostra aggressività, al punto da cambiare persino il finale del gioco. È possibile, inoltre, non solo terminare Dishonored senza uccidere nessuno (tranne i personaggi chiave della cospirazione), ma ci sarà una ricompensa per coloro che non faranno vittime.
L’arte - Dishonored, però, non è solo uno dei videogiochi più interessanti del momento, ma anche un affresco artistico frutto della visione del direttore grafico di Half-Life 2, Viktor Antonov, che ha così commentato la sua creazione: «Per me Dishonored significa soprattutto aggiungere un nuovo luogo fittizio all'elenco delle più importanti città immaginarie.
Disegno, dipingo ed ero un disegnatore industriale, quindi mi sono formato riproducendo cose che non esistono nella maniera più realistica possibile.» «Il riferimento per la creazione di Dunwall è stata la versione del 1666 di Londra, l’anno della grande peste», gli ha fatto eco Harvey Smith, game designer di Arkane Studios. «Lo studio della città si è soffermato su molti particolari: il cielo, i camini, l'architettura, cercando di realizzare e costruire un luogo credibile ma che, al tempo stesso, fosse inedito, unico».
Attraverso il mondo - Una curiosità che ha caratterizzato lo sviluppo di Dishonored riguarda la lavorazione, che è avvenuta in contemporanea tra gli studi di Lione e di Austin. Questo ha portato a un sistema composto da tre video conferenze gestite col software Microsoft Lync, perennemente attive durante gli orari lavorativi per fare in modo che i due team lavorassero a stretto contatto, come se non ci fosse un oceano a separarli. (sp)