di Luca Busani
Tutti vogliono proteggere la propria privacy in Internet e, così, Google ha deciso di seguire la moda lanciata da Firefox e Safari e aggiornare il browser Chrome, introducendo il supporto alle ricerche web criptate. Non sarà una mossa autolesionista?
"Alla fine del 2012 Chrome è riuscito a diventare il browser più popolare in rete"
Al riparo da occhi indiscreti - Lo sapevi che ogni volta che ti affidi a Google per trovare qualcosa nel web, il motore di ricerca raccoglie una serie di informazioni che ti riguardano, per poi fornirle al sito di destinazione sotto forma di statistiche? E lo sapevi che quando lo utilizzi in un locale pubblico o, comunque, in presenza di una rete non protetta, esponi questi stessi dati al rischio di essere intercettati da terzi? Non preoccuparti troppo, però, perché Google stessa è già corsa ai ripari da lungo tempo, criptando con il protocollo SSL tutte le comunicazioni con i suoi server.
Firefox il primo - Dobbiamo subito precisare una cosa: non devi preoccuparti soltanto se utilizzi un browser in grado di sfruttare questo sistema di criptazione. Firefox è stato il primo ad adeguarsi al nuovo standard: è dalla “vecchia” versione 14 - ora siamo arrivati alla 18 - che è stata introdotta la navigazione sicura, per criptare tutte le nostre ricerche su Google. Mozilla ha fatto in modo, però, che venisse comunicato al destinatario il sito di partenza di ogni link, senza snaturare troppo il ruolo del motore di ricerca.
Safari ripulisce tutto - Subito dopo Firefox, si è adeguato Safari, in particolare con la versione del browser inserita nel sistema operativo mobile iOS 6. Dopo la distribuzione di questa release, il numero dei riferimenti raccolti da Google a ogni clic è crollato e tutti i siti visitati usando i dispositivi Apple sembrano essere stati digitati in modo diretto, senza passare attraverso altre pagine web. È evidente che il dato è stato falsato dall’intervento del browser, ma l’effetto delle nuove versioni di Firefox e Safari si è già fatto sentire: nell’ultimo anno, il 39% delle ricerche è stato privato delle informazioni statistiche destinate ai siti.
Chrome deve confermarsi - Google, dal canto suo, non può essere da meno, poiché nutre notevoli ambizioni per il suo Chrome: giunto alla versione 25 - che è in fase di testing proprio in questi giorni - deve cercare di conservare il titolo di browser più popolare in rete, che è riuscito ad agguantare l’anno scorso e, per farlo, vuole seguire la moda lanciata dai suoi rivali più agguerriti, criptando le ricerche sul web.
Analisi web senza futuro? - Se consideriamo che, da solo, Chrome è riuscito a conquistare il 47% degli internauti mondiali, è facile intuire che la statistica di cui ti abbiamo parlato prima - quel 39% di ricerche “mutilate” - è destinata a salire in modo sensibile entro la fine del 2013 e, in un futuro non tanto remoto, è probabile che questa raggiunga il 100%, rendendo inutile ogni analisi web di questo tipo. Se questo dovesse accadere davvero, allora sorgerà la necessità di creare alternative altrettanto valide per fornire servizi analoghi.
Un nuovo web con nuove regole - In definitiva, così come Google è riuscita a strappare la leadership del mercato dei browser a Microsoft, allo stesso modo Microsoft - o chi per lei - potrebbe rubare il monopolio dei motori di ricerca a Google in questo nuovo mondo web, le cui regole dovranno essere inevitabilmente riscritte. Certo è che tra i tanti litiganti saremo noi utenti a godere, perché la sicurezza - nostra e dei nostri dati - sarà sempre più tutelata. (sp)