di Luigi Teodonio
Le autorità ucraine, con il beneplacito degli Stati Uniti, mettono il lucchetto a uno dei più grandi e più conosciuti tracker torrent. Il tutto, pare, per “ingraziarsi” le autorità a stelle e strisce. Nel frattempo arrivano anche le voci di un possibile procedimento giudiziario in Messico. Dopo Megaupload, stanno chiudendo i principali siti di file sharing.
"Tutti i dati sono stati copiati e sigillati. Le autorità ci hanno obbligato ad interrompere ogni rapporto"
Sette giorni da incubo
Knock Out - Così, con un colpo un po’ inaspettato, le autorità di Kiev imponevano a ColoCall, il maggior data center ucraino, di impedire qualsiasi accesso ai contenuti del tracker torrent. Una fonte interna di ColoCall conferma l’operazione aggiungendo che «gli investigatori hanno copiato tutte le informazioni riguardanti Demonoid e le hanno poi sigillate. Non hanno portato via tutte le attrezzature, ma al momento non sono utilizzabili e ci hanno obbligato ad interrompere ogni tipo di relazione con i gestori del sito internet». Insomma, dopo oltre 9 anni di onorata carriera - il tracker emetteva i suoi primi vagiti nel lontano 21 Aprile 2003 - il sito sembra essere definitivamente K.O.
Nulla osta dagli USA - L’operazione, secondo fonti che arrivano direttamente dal Ministero degli Interni ucraino, sarebbe stata volutamente portata a termine in questi giorni. Il vice Premier ucraino, infatti, si recherà a breve in visita ufficiale negli Stati Uniti e Valery Khoroshkovsky voleva presentarsi nel migliore dei modi difronte alle autorità statunitensi. Un cadeau, non è difficile immaginare, particolarmente gradito al di là dell’Oceano, dove le major musicali da tempo fanno pressioni affinché i tracker torrent vengano definitivamente messi fuori uso. Questa appare essere la spiegazione più sensata, visto che Demonoid non infrange alcuna legge ucraina, avendo da tempo bloccato l’accesso a tutti gli IP provenienti dall’ex Paese sovietico.
Guai anche in Messico? – ColoCall non avrebbe fornito alcuna informazioni sui gestori e responsabili di Demonoid, se non che il management del sito avrebbe sede in Messico. E proprio dal Paese centroamericano sembra arrivare la prossima minaccia per Demonoid. Sergei Burlakov, capo delle pubbliche relazioni del Ministro degli Interni ucraino, conferma che l’operazione è stata “fortemente sponsorizzata” dall’Interpol, dopo che le autorità messicane avevano avviato un nuovo procedimento giudiziario contro i gestori di Demonoid per violazione della legge sul diritto d’autore. Se così effettivamente fosse, sarebbe la seconda volta che il Governo messicano si muove per stanare i “grandi capi” di Demonoid.
Nel 2011 la polizia messicana passò al setaccio gran parte della città di Monterrey alla ricerca dello staff di Demonoid riuscendo, pare, ad arrestare più di qualche responsabile del tracker.
Fuori dall’Eden - Quest’ultima operazione conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’Ucraina non è più la Terra Promessa degli hacker, degli spam bot e dei tracker torrent. Dopo la chiusura di Grum - terzo spam bot al mondo per quantità di spam prodotto, era ospitato su diversi server ucraini – avvenuta poco meno di un mese fa a opera di FireEye, ora si registra questo nuovo attacco in grande stile portato avanti direttamente dalle autorità ucraine. Per tutti i siti più o meno illegali hostati in Ucraina, quindi, scatta un pericoloso campanello d’allarme e i gestori dovranno correre ai ripari il prima possibile se non vorranno fare la stessa fine di Demonoid. Sicuramente, qualcuno sta già preparando un trasloco in grande stile, ma nelle prossime settimane non sono da escludere altre operazioni come quella che ha avuto per protagonista Demonoid. (sp)