La censura francese si è accanita su un sito che pubblicava video sulle violenze e la condotta “sopra le righe” di Polizia e Gendarmeria.
Il Tribunal de Grande Instance di Parigi ha decretato che il sito Copwatch Nord Paris I-D-F è un pericolo per l’onore e l’integrità della Polizia e della Gendarmeria e bisogna impedirne l’accesso da parte degli utenti del web. La motivazione della sentenza riguarda la violazione della privacy ai danni dei tutori dell’ordine.
Un poliziotto o un gendarme francese in servizio è protetto da particolari tutele. Non può mai girare da solo e se il suo volto, per qualche ragione, viene ripreso deve poi essere oscurato per renderlo irriconoscibile.
Il sito Copwatch, ovviamente, non ha mai rispettato questa normativa nata per proteggere gli agenti dalle vendette ma che, in questo caso specifico, ha contribuito a coprire dei gravissimi abusi di potere. Anzi, il sito faceva in modo che i poliziotti fossero identificati per nome e cognome, con i volti ben visibili di fronte alle telecamere. Quando si tratta della tecnologia del riconoscimento facciale, le autorità francesi diventano decisamente paranoiche.
Oltre alla violazione della privacy, la magistratura ha giudicato ingiuriose diverse pesanti accuse rivolte al corpo di Polizia e alla Gendarmeria, come quella di spingere i poliziotti a violare la deontologia e l’etica, di tollerare di buon grado la scarsa disciplina negli agenti e di aver istituito un vero e proprio centro di addestramento alla tortura a Calais, una città del nord della Francia. (sp)