Digital Life

Blocco dei siti web: sicurezza o censura?

Blocco dei siti in Irlanda: sicurezza o censura?

Il governo irlandese ha recentemente affrontato la questione del blocco di siti web. I blocchi vengono già utilizzati in casi estremamente gravi, cioé per impedire l'accesso a contenuti pedopornografici o di cyberterrorismo, ma adesso si affaccia la possibilità di un uso più estensivo di questa tecnica, anche per i più comuni casi di file-sharing di contenuti coperti da copyright.La problematica sollevata in irlanda è internazionale e, ad oggi, manca una risposta convincente. In molti stati sia i governi che le agenzie a tutela del copyright stanno cercando di introdurre blocchi o limiti all'internet libero, sostenendo che sarebbe un metodo appropriato per ripulire internet dai contenuti illegali.

Secondo alcuni esperti, però, questa soluzione non risolverebbe realmente il problema ma anzi comporterebbe più problemi che altro. Difatti, oltre a costi più alti affrontati dagli ISP, che si riverserebbero prima o poi sui clienti, ci sono anche problemi di censura. Nel caso di blocco di domini interi, possono essere coinvolti anche siti del tutto legittimi, personali o di aziende, che nulla hanno a che vedere con i contenuti illeciti che si vuole rendere irraggiungibili. Tutto ciò, spesso, senza che i proprietari ne siano informati. Inoltre, un uso estensivo del blocco potrebbe aprire la strada a vere forme di censura non regolamentata ad opera dagli ISP.Molti princìpi sono in ballo: tutela dell'infanzia, tutela della sicurezza, tutela del diritto d'autore, libertà d'espressione. In tutto il mondo, la discussione su come rispettarli tutti è aperta già da po' e sarà ancora lunga.

19 aprile 2010
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