Digital Life

Benvenuti nella città intelligente

Riduzione del traffico e dell’inquinamento, risparmio energetico, maggiore efficienza nella gestione dei servizi ai cittadini: sono gli obiettivi della smart city, la città connessa a Internet nella quale viviamo già oggi. Magari senza saperlo...

Quando si parla di smart city è facile immaginare scenari fantascientifici, con veicoli autonomi che si spostano da un edificio all’altro senza toccare il suolo e robot al posto delle persone.


In realtà il concetto di città intelligente è molto più ampio di quello esclusivamente tecnologico e abbraccia mobilità, efficienza energetica, sostenibilità ambientale, rapporti con l’amministrazione pubblica e molto altro ancora, con l’obiettivo ultimo di semplificare la vita delle persone e migliorarne la qualità.


Ma come può la città, intesa come insieme di infrastrutture e servizi, utilizzare la tecnologia per raggiungere questi traguardi? E quando tutto questo sarà possibile?

Città nella Rete. Intanto una buona notizia: le smart city ci sono già, anche nel nostro paese, e sono abitate da milioni di persone che spesso non si accorgono della tecnologia racchiusa in moltissimi gesti quotidiani.

Qualche esempio? I sistemi che controllano e regolano gli accessi alle ZTL dei centri storici, che leggono le targhe delle auto in ingresso, controllano l’autorizzazione al transito e, se necessario, emettono e inviano eventuali contravvenzioni.


Oppure i display informativi alle fermate dei mezzi pubblici che indicano il tempo di attesa prima del prossimo autobus e si aggiornano in tempo reale in base alle condizioni del traffico rilevate dagli stessi veicoli in circolazione.

Ma le applicazioni delle tecnologie Internet of Things all’ambiente urbano permettono di fare molto di più.

Sensori ovunque. In una città come Milano, in un normale giorno feriale, circolano 1,7 milioni di automobili. Potenzialmente si tratta di 1,7 milioni di sensori che possono raccogliere direttamente dal territorio una quantità illimitata di informazioni: dalla fluidità del traffico in ogni via o piazza alla qualità dell’aria, dalla rilevazione degli incidenti alle zone dove è più problematico trovare parcheggio, dai percorsi preferiti dagli automobilisti agli orari e agli schemi di spostamento dei pendolari.

Queste informazioni, opportunamente rielaborate, sono una vera e propria miniera d’oro per chi governa la città. I mezzi pubblici potrebbero essere programmati e riprogrammati in base al reale afflusso di persone, i flussi di traffico potrebbero essere ottimizzati in modo da ridurre gli ingorghi e i tempi di percorrenza, i parcheggi e la regolamentazione della sosta potrebbero essere studiati in modo da venire realmente incontro alle esigenze dei cittadini.

Per esempio segnalando sullo schermo dell’auto, anch’essa connessa alla rete, il posto libero più vicino. Una soluzione simile è stata realizzata in una zona di Barcellona: i dati mostrano una sostanziale riduzione del traffico dovuta a coloro che continuano a girare a vuoto alla disperata ricerca di un parcheggio.

A San Francisco, Ann Arbor, Eindhoven, Verona e molte altre città sono invece stati realizzati progetti pilota di comunicazione intelligente tra le auto e il sistema semaforico con l’obiettivo di ridurre i rossi sulle vie ad alto scorrimento ed evitare inutili e inquinanti code.

La città che risparmia. Nella città intelligente l’IoT può contribuire anche a sensibili riduzioni dei costi, per esempio nella raccolta dei rifiuti.

Speciali sensori posti nei cassonetti possono per esempio avvisare l’azienda che si occupa della raccolta quando è il momento di effettuare lo svuotamento. In questo modo chi gestisce il servizio può programmare e ottimizzare i percorsi degli automezzi così da eliminare i giri a vuoto e massimizzare la capacità di carico.

Non solo: i cassonetti di ultima generazione possono rilevare le quantità di rifiuti depositate da ciascun cittadino e procedere così ad un calcolo puntuale delle relative imposte.

Trasporti, ecologia, educazione, sociale: la smart city utilizza la tecnologia per semplificare la vita ai cittadini in ogni ambito

Luce e acqua quando serve. Altri risparmi consistenti possono arrivare dai lampioni intelligenti: equipaggiati con lampade a LED, connessione a Internet e sensori di movimento, si attivano solo al passaggio di mezzi o pedoni. Quando la strada è deserta riducono il livello di luminosità e massimizzano il risparmio.

La città di Barcellona, una delle prime al mondo ad adottare questa soluzione, ha risparmiato nel primo anno più di 30 milioni di euro sulla bolletta elettrica.

E sempre a Barcellona una rete di sensori di pioggia e umidità del terreno ha permesso di rendere più efficiente l’impiego dell’acqua per l’irrigazione dei parchi della città. La quantità di acqua distribuita su prati e aiuole è ottimizzata in base alle condizioni del meteo e del suolo così da evitare sprechi.

Connessi&Sicuri. La smart city tutela anche la nostra sicurezza: telecamere dislocate nei punti strategici della città possono rilevare e segnalare alle forze dell’ordine gli incidenti ma anche comportamenti sospetti che meritano una verifica da parte di agenti in carne ed ossa.

Per esempio pacchi o valigie abbandonate in una stazione della metropolitana o tentativi di ingresso in zone vietate come acquedotti e centrali elettriche.

Speciali sensori posti negli acquedotti possono anche controllare costantemente la qualità dell’acqua: se dovessero rilevare concentrazioni di inquinanti o sostanze tossiche fuori dai livelli tollerabili sono in grado di allertare le forze dell’ordine e bloccare l’erogazione dell’acqua in una o più zone della città.

Tecnologia per chi ha bisogno. La tecnologia può anche correre in aiuto delle fasce più deboli della popolazione. Speciali dispositivi indossabili connessi alla Wi-Fi domestica possono segnalare in tempo reale ai servizi di assistenza se una persona anziana che vive da solo è caduta in casa e magari non riesce a rialzarsi.

Ma anche controllare costantemente le sue condizioni di salute monitorando parametri come temperatura, pressione, frequenza cardiaca.

26 ottobre 2016 Rebecca Mantovani
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