Bin Laden sarà anche morto, eppure il governo americano teme ancora i terroristi e, così, prepara Tag Challenge, un gioco che gli consentirà di capire quanto possono essere utili i social network per sventare attacchi e trovare persone scomparse.
“Ci sarà un solo vincitore che riceverà in premio 5.000 dollari”
FBI e social network - Un paio di settimane fa, abbiamo svelato che l’FBI ha indetto una gara d’appalto per lo sviluppo di un software che gli permetta di controllare ogni attività sospetta su Facebook, Twitter e compagnia bella. Com’era facile immaginare, la notizia non è stata accolta molto bene dagli internauti, che hanno visto seriamente minacciata la propria sfera privata. Adesso gli Stati Uniti vogliono riprovarci più subdolamente con un gioco per tastare il polso alla coscienza civile nell’era dei social network.
Unire le forze - Tag Challenge, in pratica, funziona così. Sulla home page del gioco spunteranno, dal prossimo 31 marzo, i profili di cinque persone diverse - una per ogni città coinvolta - dopodiché gli abitanti di New York, Washington DC, Londra, Stoccolma e Bratislava dovranno affrettarsi a trovare per strada questi (loschi) individui. Ogni mezzo di comunicazione sarà lecito e i partecipanti potranno anche unirsi in squadre per aiutarsi a vicenda.
Premio in palio - Alla fine, però, ci sarà soltanto un vincitore e sarà colui - o coloro - che per primo riuscirà a pubblicare le immagini di tutti e cinque i “fuggitivi”. Il fortunato riceverà in premio un assegno di 5.000 dollari e, quindi, siamo sicuri che saranno in tanti a voler partecipare, più o meno attivamente. I bersagli, ovviamente, non saranno veri e propri ricercati, ma bensì ragazzi comuni che indosseranno una speciale T-shirt con il logo del gioco.
Un’idea degli studenti - Il Dipartimento di Stato americano ha già smentito ogni coinvolgimento diretto, descrivendo l’evento come un’iniziativa senza fini di lucro, organizzata da un gruppo di universitari di sei nazioni differenti. Ha tenuto, inoltre, a precisare che i dati raccolti serviranno appunto per uno studio statistico e per valutare se le piattaforme “social” possono davvero rivelarsi utili per coordinare operazioni internazionali di caccia all’uomo, sia che si tratti di un pericoloso terrorista oppure di un bambino scomparso.
Servirà davvero? - I risultati ottenuti grazie a Tag Challenge verranno quindi resi pubblici, per poter elaborare strategie comuni di maggior efficacia da adottare in caso di bisogno. Non siamo, però, altrettanto certi che lo stesso impegno possa essere mantenuto senza alcun premio in denaro, facendo semplicemente leva sul senso civico dei cittadini: sotto sotto, forse è meglio che il governo continui a sorvegliarci.
(sp)
Luca Busani
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