La Metro Police ha forse arrestato Topiary, una specie di portavoce ufficiale per LulzSec, che gestiva l’account ufficiale di Twitter e intratteneva i (pochi e criptici) rapporti con la stampa. L’hacker, come finora è sempre accaduto, si è rivelato estremamente giovane, un ragazzo di 19 anni. Quando poche settimane fa un altro sedicenne inglese è finito in manette, si era dimostrato poco preoccupato.
Fra tutti i membri del gruppo di teppisti distruttivi chiamato LulzSec, Topiary era l’unico ad esporsi, arrivando persino a diffondere la propria voce dall’accento smaccatamente British. Il suo umorismo un po’ adolescenziale e impenetrabile a chi non mangiasse pane e meme era una vera e propria firma per ogni impresa di LulzSec. A dire il vero Gawker fa sapere che Topiary era molto bravo ad intrattenere i rapporti col pubblico ma non era un complice significativo a livello pratico: “Non gli vediamo mai fare nulla, nessun hack, nulla di nulla”, queste le parole di una fonte interna alla cellula di hacktivisti.
Topiary aveva deciso di ritirarsi dal gruppo nei giorni passati, sostenendo che gli portava via troppo tempo. La storia di LulzSec però è già ricca di falsi abbandoni e fanfaronate. Nonostante queste prove di scarsa collaborazione criminosa, il ragazzo rischia lo stesso un brutto processo, dato che Barret Brown, un tempo portavoce di Anonymous, lo ha accusato di riciclaggio del denaro sporco allo scopo di finanziare LulzSec. Se il ragazzo ricopriva il ruolo di tesoriere per LulzSec aveva sicuramente le mani in pasta in affari illegali. Un DDoS non può essere fatto senza un botnet di computer hackerati o il servizio di costosissimi server. Tutte queste considerazioni, ovviamente, sono valide solo qualora la persona arrestata fosse sul sero il famigerato Topiary. Che l'arresto sia avvenuto nelle remote isole Shetland è un po' strano. Come è strano il fatto che "Topiary" sia un nick frutto di un furto di identità, come dice un articolo apparso su DailyTech.
Immagine CC di A Gude