Matt Buchanan di Gizmodo solleva una interessante questione che riguarda alcune politiche di Apple. Negli ultimi anni Cupertino si è rivelata piuttosto moralista e miope verso i contenuti delle App che popolano il suo Store, bandendo immediatamente tutti i contenuti controversi o risqué, finendo per comportarsi più come un preside bacchettone che una compagnia dalle evidenti origini hippie.
Recentemente, però, Apple ha iniziato a pretendere che tutti gli acquisti di ebook compiuti attraverso le App rimangano nell’App store e non attraverso il browser. Questo significa che la compagnia ha guadagnato il diritto di accettare o rifiutare un libro esattamente come qualsiasi altra funzione di una App.
Sullo store di iTunes ci sono diversi brani espliciti, quindi non si può dire che Apple sia geneticamente contraria alla libertà di espressione, ma resta il fatto che la società occidentale accetta dai libri livelli di trasgressione e negatività che non sopporta in nessun altro media. Si tratta del nostro rispetto per la letteratura, certo, ed anche la memoria storica dei roghi di libri di tempi più oscuri. Ma Apple come la vedra? Come farà Cupertino a conciliare la presenza di creature letterarie molto controverse ma l’assenza del più piccolo riferimento al sesso o al politically uncorrect nelle sue altre applicazioni?
Non posso dare una risposta che prevede il futuro, ma sono assolutamente sicuro di una cosa. Nulla ha mai costretto Apple ad essere coerente con le proprie decisioni, non vedo perchè dovrebbe iniziare proprio adesso.
Immagine CC di Aniroudh Kuhl