Digital Life

Anonymous si schiera con la Libia

Gli hacker di Anonymous prenderanno di mira il governo libico?

Il gruppo di hacker che si fa chiamare “Anonymous” esprime la propria solidarietà ai ribelli in Libia che chiedono la fine del regime del colonnello Gheddafi. E, come è avvenuto in Tunisia, è probabile che prendano di mira il Governo con qualche azione internet.

“Anonymous chiede una coperta no-fly zone per evitare che aerei bombardino i manifestanti”

Paladini della cyber libertà - Il gruppo “Anonymous” si dice scioccato per quello che sta avvenendo in Libia. E non è il solo. Ma chi è “Anonymous”? Non sappiamo chi si nasconde realmente dietro questo nome, e molto li considerano i nuovi paladini del Web che prendono le difese dei più deboli per combattere le cyber ingiustizie. Li conosciamo, per esempio, per aver preso di mira il governo tunisino reo di aver censurato i documenti di Wikileaks, ma anche per aver colpito alcuni siti istituzionali del nostro Paese - come governo.it, senato.it, parlamento.it e il sito di mediaset - perché non accettavano l'idea che molti nostri parlamentari litigassero mentre “centinaia di migliaia di famiglie non arrivano a fine mese".

Operazione Libia - Anonymous è un’entità composta da hacker esperti e uno dei tanti aforismi per definirsi è una frase di Chris Landers che dice che “Anonymous è la prima coscienza cosmica basata su Internet, Anonymous è un gruppo, nello stesso senso in cui uno stormo di uccelli è un gruppo. Come si fa a sapere che è un gruppo? Perché viaggiano nella stessa direzione. In qualsiasi momento, più uccelli possono unirsi, lasciare lo stormo o staccarsi completamente verso un'altra direzione.”. Anonymous, adesso, ha deciso di unirsi con i ribelli libici in quella che hanno definito in un documento “Operation Lybia” e chiedono di fornire una coperta no-fly zone per evitare che aerei bombardino i manifestanti, assicurare l’arrivo di medicinali e annunciare tali misure in 24 ore. Altrimenti? Anonymous dice solo che “sono anonimi, sono una legione, non dimenticano e non perdonano". È probabile che sentiremo ancora parlare di loro.

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22 febbraio 2011
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