Il giovane Mohamed Alì faceva pagare dai 6 ai 25 dollari per accedere ad una serie di link "pirata" in streaming di eventi sportivi, generalmente eventi di lotta e wrestling. Il suo sito aveva ricevuto circa 50.000 visitatori, quindi non si può certo parlare di successo planetario. Nonostante il basso profilo, l’ascia affilata della legge americana ha sfruttato la nuova legge sulla protezione del copyright, strappandogli il possesso dei suoi domini e di fatto anche la libertà.
Il giovane è stato preso in custodia e rischia una condanna per infrazione criminale del copyright. La dichiarazione ufficiale delle autorità parla di una grande vittoria contro la pirateria, un po’ come quando i telegiornali locali annunciano di aver sconfitto una rete di trafficanti per aver sequestrato un paio di etti di marjuhana.
La dottrina di repressione estrema messa in atto dagli statunitensi recita di voler punire i siti più popolari. Se quello di Alì è davvero uno dei più popolari, allora posso supporre che la loro vittoria sia vicina...