Digital Life

Alla Cina mancano i fondi per censurare internet

Mancano i soldi per la censura

Il progetto Green Dam è un controverso software di censura dell’informazione che il governo di Pechino desiderava fosse installato su tutti i nuovi computer a partire dal primo di luglio del 2009.Lo scopo dichiarato del meccanismo è di inibire l’accesso ai siti pornografici e violenti, ma l’obiettivo principale è quasi sicuramente quello di impedire agli utenti di fare ricerche su argomenti che il regime preferirebbe far passare sotto silenzio.

L’applicazione che gestisce questo “filtro statale” è stata creata da terze parti e non si è dimostrata particolarmente stabile o funzionale sin dalla prima fase della sua esistenza, al punto di essere accusata di fare da backdoor per gli hacker. Il futuro è anche meno roseo: i fondi statali si sono prosciugati ed il team di sviluppo basato nella capitare ha dovuto chiudere i battenti. C’è un altro gruppo di lavoro a Henan, ma anche lì i soldi scarseggiano.

In effetti il rapido declino del favore di cui Green Dam gode presso gli ufficiali governativi non dovrebbe stupire nessuno. Il progetto si è subito trasformato in un boomerang a livello di pubbliche relazioni, incontrando forti opposizioni interne ed ancor maggiori critiche internazionali. Alla fine le autorità hanno recepito il messaggio e hanno dichiarato da tempo che l’utilizzo del programma è meramente “volontario”.

Nessuno piangerà il suo definitivo tramonto: solo 20 milioni di computer hanno installato Green Dam, per lo più terminali pubblici. Date le dimensioni del mercato online cinese, si tratta di numeri insignificanti.

14 luglio 2010
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