L'idea era di attraversare gli Stati Uniti facendosi dare un passaggio da generosi automobilisti, invece il canadese hitchBOT è stato ritrovato a Filadelfia, vittima di un atto di vandalismo. Si conclude così l'esperimento sociale voluto da David Smith (McMaster University) e Frauke Zeller (Ryerson University) e presentato un anno fa con questo video, in inglese:
L'ultimo autostop. Non è chiaro chi abbia distrutto hitchBOT, né dove e quando l'abbia fatto. Gli unici riferimenti certi sono che l'avventura del robottino è cominciata due settimane fa a Boston ed è terminata l'1 agosto a Filadelfia.
E adesso? David Smith e Frauke Zeller hanno fatto sapere di non essere interessati a identificare gli autori del vandalismo. Del resto, hitchBOT è nato come esperimento sociale (capire come gli umani interagiscono con un robot) e i dati raccolti finora sono già molto interessanti.
L'esperimento. L'idea dei suoi progettisti era di provare a rispondere alla domanda: gli uomini si fidano dei robot? Hanno dunque costruito un robottino dall'aspetto simpatico e capace di una certa interazione vocale (ma non di muoversi) e poi l'hanno lasciato incustodito.
Ogni volta che fosse stato stabilito un contatto con un umano, hitchBOT avrebbe twittato la propria posizione e chiesto il permesso di scattare una foto e di postarla sui propri profili Facebook e Instagram. Per ricaricare le batterie, avrebbe chiesto di potersi connettere all'accendisigari dell'automobile.
I viaggi. Prima di cominciare l'avventura statunitense, hitchBOT aveva completato con successo un viaggio attraverso il Canada, i Paesi Bassi e le principali città tedesche. Apparentemente, fra gli ultimi a dargli un passaggio ci sono due video blogger: salta a 7:47 del video (in inglese) per assistere all'incontro.