Architettura

Italia antisismica

Un rapporto dell'Enea mostra come l'Italia sia leader in Europa e nel mondo in fatto di tecnologie e applicazioni antisismiche: resta però il problema dell'edilizia esistente.

Nonostante il fatto che ogni qualvolta l'Italia viene colpita da un terremoto, anche di media intensità, si verificano morti e distruzioni, una ricerca dell'Enea, l'Agenzia nazionale per lo nuove tecnologie, sostiene che il nostro è tra i Paesi leader a livello mondiale per numero di strutture protette da sistemi antisismici: è prima in Europa e quinta nella classifica mondiale, dopo Giappone, Cina, Russia e Stati Uniti.

Un sistema per dissipare l'energia delle onde sismiche. © Edilizia News

Un cambiamento profondo, che si sarebbe avviato e consolidato dopo il terremoto in Abruzzo del 2009: solo all'Aquila i nuovi edifici isolati con sistemi salva-vita sarebbero oltre un centinaio.

E c'è di più: stando allo studio siamo primi nel mondo per sistemi antisismici a tutela del patrimonio culturale. Sarebbero infatti oltre 400 gli edifici dotati di dispositivi a prova di terremoto a tutela di opere come i Bronzi di Riace, protetti da speciali basamenti capaci di dissipare l'energia cinetica in caso di terremoto.

Un sistema per dissipare l'energia delle onde sismiche. © Edilizia News

Non è tutto rose e fiori. A fronte di tali risultati, l'Enea - che insieme al Politecnico di Torino ha brevettato un sistema antisismico per edifici monumentali - ricorda nel suo rapporto che il parco edilizio esistente ha molte criticità, tant'è che oltre il 70% dell'edificato attuale, comprese scuole e ospedali, non sarebbe in grado di resistere a terremoti anche di bassa intensità. Come si spiega?

«La maggior parte dei nostri edifici ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, con sistemi e materiali scadenti. Inoltre, interventi architettonici e strutturali impropri hanno spesso accelerato gli effetti dell'età, e il degrado è peggiorato dalla mancanza di manutenzione", commenta Paolo Clemente, dirigente di ricerca Enea.

Tutte le costruzioni possono essere realizzate con sistemi in grado di resistere anche ai più forti terremoti. © Emme2

Le alternative. Le strade da seguire per rendere antisismiche le infrastrutture sono due: innanzi tutto si deve rendere la struttura sufficientemente robusta affinché possa resistere al massimo terremoto atteso nella zona in cui viene costruita. Poi si devono applicare dispositivi di isolamento sismico, che riducono drasticamente l'azione sismica trasmessa dal terreno alla struttura: gli edifici dovrebbero essere "scatole" poggiate su strutture e dispositivi in grado di assorbire l'energia cinetica del sisma, evitando così che si scarichi sui muri portanti.

In 30 Paesi del mondo dove il problema è sentito e gestito, si sono edificati circa 25.000 strutture dotate di sistemi antisismici. Il Giappone resta primo per numero complessivo (sono circa 10.000), ma la Cina si sta avvicinando, e così la Russia, Stati Uniti e, scopriamo adesso, anche l'Italia. La prevenzione dei terremoti rimane a oggi la contromisura più importante per mitigare e addirittura evitare danni alle persone e agli edifici, mentre la previsione, nonostante qualche piccolo successo, rimane molto di là da venire.

18 gennaio 2016 Luigi Bignami
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