Lungo l’asse dell’ex Fiera Campionaria, nella storica area del Portello, è nato un nuovo quartiere. È a pochi metri dal nuovo Centro Congressi MiCo, a poche fermate di metro (linea 1) dai padiglioni della Fiera di Rho che ospiterà l’Expo 2015, e a 10 minuti dallo stadio Meazza. Non è un caso, infatti, che proprio qui il Milan, dopo decenni nella storica (e centrale) sede di via Turati, abbia deciso proprio in questi giorni di trasferire il suo quartier generale. Siamo a Parco Vittoria, un nuovo centro nevralgico di Milano che ha preso vita in 10 anni sotto gli occhi curiosi dei milanesi. Oggi molte residenze sono già abitate, il parco sta diventando un punto di riferimento per gli abitanti della zona, il ponte che collega i punti nevralgici del Portello svetta alto sopra gli occhi degli automobilisti. E la più grande piazza di Milano presto vedrà la luce.
I numeri e i nomi
Dietro il progetto c’è Vittoria Assicurazioni (il cui logo campeggia su uno degli edifici del centro direzionale che svettano sulla megapiazza) che ha investito 350 milioni di euro per realizzare la sua smart city su una superficie di 100 mila metri quadri. Il 40 per cento degli edifici sono uffici, il 60 per cento residenze private (dal monolocale di 45 mq all’attico di 200): un grande complesso abitativo che sta sorgendo tra via Traiano e via Gattamelata, composto da sei torri di 12 piani e due edifici in linea di sei (di cui uno già abitato), per un totale di 540 appartamenti. Il piano di recupero di quest’area dismessa ha un indice di edificazione basso rispetto agli standard del passato (0,70).
Il masterplan del progetto porta la firma dei «compassi d’ oro» di Gino Valle, affiancato dagli architetti Cino Zucchi (parte direzionale) e Guido Canali (area residenziale).
Dove c’era l’Alfa Romeo
La nuova smart city sorge nell’area del Portello, dove fino al 1981 c’erano gli stabilimenti dell’Alfa Romeo. L’A.L.F.A (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) fondata nel 1910 e divenuta Alfa Romeo nel 1915, si insediò in questo quartiere e resistette fino a pochi decenni fa. Durante la grande guerra venne convertita in fabbrica bellica; negli anni del fascismo produsse motori aeronautici e auto da corsa; subito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale riprese la produzione di auto, dando lavoro a migliaia di persone. Nel dopoguerra il costante incremento dell’attività produttiva costrinse la dirigenza ad aprire nuovi stabilimenti fuori città. Paradossalmente, fu proprio il suo successo a decretare la fine della presenza storica dell’Alfa a Milano: piano piano tutta la produzione si spostò ad Arese e, nel 1986, anche l’ultimo dipendente lasciò il Portello per sempre. L’area, ormai in disuso, venne ceduta al Comune. Nel 2001 sono partiti i progetti di riqualificazione della zona. Della vecchia Alfa resta il segno in un complesso di uffici che ha mantenuto la facciata originale della mensa, vincolata dalla sovrintendenza, che affaccia su via Traiano.
Il parco
Il vero cuore del nuovo Portello è il parco, un’oasi di pace costruita su diverse pendenze. Il suo tratto distintivo è infatti la collina a spirale (si chiama La spirale del tempo, sembra piccola ma richiede una buona mezz’oretta per percorrerla tutta), probabile omaggio alla “montagnetta” dei milanesi, il vicino Monte Stella costruito sulle rovine della ricostruzione postbellica. Una volta terminato, il parco si estenderà per 80.000mq, contro i 63.000 inaugurati finora, l’equivalente di dieci campi di calcio. Dopo Santa Giulia, Quarto Oggiaro, Adriano e City Life, è il quinto nuovo parco di Milano. Il disegno è dell’architetto inglese Charles Jencks, l’adattamento del verde al progetto è invece di Andreas Kipar. C’è l’anfiteatro; i giochi per i bambini; un ampio laghetto alto pochi centimetri che d’inverno diventa pista di pattinaggio; un’unica, gigantesca panchina che segue il perimetro del lago; il boschetto; l’area per le attività sportive. Ma soprattutto, collegato semplicemente da un ponte ciclopedonale, c’è il quartiere e il centro commerciale all’aperto.
Il ponte ciclopedonale
Un avveniristico ponte ciclo pedonale collega l’area direzionele e residenziale con il parco e il centro commerciale. Il progetto colorato in policromia da Torqist, artista tedesco, è della società Arup di Londra (sua la famosa ruota panoramica di Londra). La passerella è lunga 90 metri e larga 4 ed è sopraelevata rispetto alla strada di 6 metri. La pista centrale è per le bici e i pedoni (ed è sorretta da due archi). Il ponte è servito da due ascensori laterali, due scale a chiocciola e rampe per i disabili.
La nuova sede del Milan
Nel centro direzionale, in via Aldo Rossi, sorge il neonato Palazzo Milan. Copre una superficie di 9mila metri quadrati su 4 piani (più due interrati) sormontati dall’avveniristico tetto spiovente disegnato dall’architetto Gino Valle.
I 120 dipendenti del Milan si sono trasferiti nel nuovo palazzo a metà novembre e, entro la prossima primavera, tutta l’area sarà super attrezzata con un mega ristorante e un bar a tema, uno store, negozi vari, un museo interattivo e una super terrazza per ospitare cerimonie, show, spettacoli ed eventi collaterali... griffati Milan.
La nuova agorà
Il centro direzionale è composto da tre edifici tagliati in diagonale che svettano su quella che, con i suoi 20.000 metri quadrati (6000 più di piazza del Duomo), diventerà la più grande piazza di Milano. Questa nuova agorà milanese lega la megastruttura della fiera di Mario Bellini al nuovo quartiere. La piazza è pedonale, sorge tra viale Renato Serra e viale Scarampo, è a forma di ventaglio e nasconde un parcheggio da 455 posti pubblici. Per questo è inclinata e sopraelevata: al culmine prosegue nella passerella pedonale che attraversa Viale Serra verso il parco.