8 anni di studi e una ricostruzione in 3D per capire com'è stata costruita la piramide di Keope: un mistero di architettura e archeologia che resiste da 4.500 anni.
Per tutto il mondo è la Grande Piramide, una delle sette meraviglie del mondo, ma è anche un enigma per gli studiosi che si sono sfidati per risolvere il mistero della sua costruzione. Molte le ipotesi per rispondere alla domanda su come avessero fatto gli egizi a movimentare migliaia di blocchi di pietra, pesanti anche 60 tonnellate, in un'epoca che poteva disporre solo di macchine semplici.
Da fuori o da dentro? La teoria dell'architetto francese Jean-Pierre Houdin risolverebbe il dilemma, dimostrando una volta di più la genialità edilizia degli architetti dell'epoca. Durante le fasi di costruzione delle imponenti pareti laterali si sarebbe lasciato posto al loro interno per un condotto di servizio che si snoda a spirale fino alla sommità. Questa galleria, non più accessibile perché murata tra i blocchi alla fine dei lavori, come una intercapedine tra due mura, sarebbe stata utilizzata come tunnel per trasportare i blocchi fino al luogo di posizionamento. L'ipotesi permette di riconsiderare lo scopo delle impalcature esterne in legno, che avrebbero mal sopportato il peso delle monumentali pietre.
Cantiere super affollato. In più, la ridotta pendenza del tunnel di servizio avrebbe permesso di utilizzare un numero minore di operai al lavoro per il trasporto dei blocchi: "soltanto" 4 mila, contro gli oltre 100.000 indicati da studi precedenti. Secondo Bob Brier, uno tra i massimi egittologi sulla scena mondiale, «la teoria di Jean-Pierre Houdin ha solide basi scientifiche e permette di spiegare molte questioni ancora irrisolte». Lo studio, passato anche al vaglio di un simulatore per verificarne la coerenza e raccontato da un video 3D, ora dovrà trovare le conferme sul campo.