«Hey, tu. Dico proprio a te! Sono la Filarmonica di Berlino». Così inizia il primo documentario della serie «Le cattedrali della cultura», presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival di Bologna. L'idea ? di Wim Wenders, uno dei più apprezzati registi dei nostri tempi (Il cielo sopra Berlino, Lisbon Story, Buena Vista Social Club giusto per citare tre pellicole).
Wenders di recente ha scoperto le potenzialità del 3D al di fuori degli action movie e dei film di animazione: «In certi ambienti il pregiudizio contro il 3D è diffuso: è ancora visto come una tecnica da relegare nel regno della finzione, mentre se usato in un documentario ne amplifica l’esperienza e mette lo spettatore all’interno di uno spazio» sostiene.
Si tratta di sei documentari di diversi registi che descrivono alcuni dei più significativi monumenti architettonici del mondo: la Filarmonica di Berlino (regia di W. Wenders), la Biblioteca nazionale russa (di M. Glawogger), il carcere di Halden in Norvegia (M. Madsen), il Salk institute in California (R. Redford), il palazzo dell'Opera di Oslo (M. Olin) e il Centre Pompidou (K. Aïnouz).
O meglio: è l'“anima” stessa degli edifici che si descrive in prima persona, a sottolineare il coinvolgimento quasi emotivo tra l'opera e lo spettatore. Assistere allo spettacolo è come muoversi tra gli spigoli, le curve, i corridoi e le trame delle superfici, quasi come se potessimo toccarle.
«Vedere questo film è un'esperienza immersiva totale. Mi sono innamorata di questo progetto ancora prima che venisse realizzato, quando ne ho sentito parlare un anno e mezzo fa» ha raccontato Cosetta Lagani, direttore di Sky 3D, che a inizio 2015 trasmetterà il documentario doppiato in lingua italiana.
Per tutti i registi coinvolti è stata una grande sfida. Nessuno, a parte Wenders e Madsen, aveva mai girato nulla in 3D. Secondo l'austriaco Glawogger, che ha “fatto parlare” la Biblioteca nazionale russa di San Pietroburgo, accompagnando le sue impiegate su scale a chiocciola e angusti corridoi, «questa tecnologia ha un che di magico, perché mostra ogni piccolo dettaglio: ogni pagina di un libro ha una struttura».
Non è certo il primo documentario girato in 3D, nemmeno per Wenders, che ha diretto con questa tecnica nel 2011 la biografia di Pina Bausch. La stessa Sky 3D ha prodotto e mandato in onda qualche mese fa in anteprima mondiale un’insolita visita guidata nei Musei Vaticani. Secondo Cosetta Lagani «l'applicazione di questa nuova tecnologia all'architettura, all'arte e al documentario naturalistico consente una rappresentazione più completa ed emozionante, impossibile altrimenti».
Lo sbarco in Normandia ricostruito in 3D