Architettura

Heracleion, la città sommersa: la storia può ripetersi?

È la città che, secondo il mito, visitarono Elena e Paride prima di salpare alla volta di Troia: la sua sorte può insegnare molto sul rischio che corrono oggi le comunità costiere di diversi Paesi del mondo.

L'importanza strategica della Serenissima unita alla grandezza di Parigi: questa era Heracleion (Thonis, per gli egizi), rimasta sott'acqua per più di 1.200 anni al largo di Aboukir, in Egitto, e riscoperta nel 2000. Era il III secolo a.C. quando, a seguito di un forte terremoto, il terreno su cui poggiava Heracleion si liquefece, inghiottendone i grandiosi templi. La città non fu distrutta, ma senza quei monumenti perse a poco a poco la sua importanza come centro nevralgico della vita sociale e religiosa in Egitto: l'erosione delle coste e l'aumento del livello del mare fecero il resto, facendola cadere nell'oblio qualche secolo dopo, dimenticata, sui fondali del Mediterraneo. Lì rimase fino a quando l'archeologo Franck Goddio la riportò alla luce.

Che cosa è accaduto. A seconda della sua composizione, in alcune circostanze il terreno può letteralmente "sciogliersi" sotto i nostri piedi: è la cosiddetta liquefazione del terreno, che avviene quando, in seguito alle vibrazioni profonde e prolungate di un terremoto, il suolo passa improvvisamente da solido a liquido gelatinoso, inghiottendo tutto ciò che sta sopra. Può succedere là dove ci sono suoli sedimentari che si saturano di acqua e che durante un terremoto possono comportarsi come gelatina (per saperne di più: che cos'è la liquefazione del terreno).

terremoti: liquefazione del terreno
Illustrazione (clicca sull'immagine per ingrandirla). La composizione di un suolo favorevole a fenomeni di liquefazione (dall'alto verso il basso): suolo superficiale; sabbia fine asciutta e limo (sedimenti); sabbia fine asciutta e limo sotto al livello dell'acqua; rocce. © okyh / Shutterstock

Una minaccia corrente. Sono passati un paio di millenni, ma non abbiamo imparato granché in fatto di valutazione delle zone a rischio. Nel febbraio del 2011, nei pressi di Christchurch, in Nuova Zelanda, la liquefazione del terreno avvenuta a seguito di una scossa di una lunga sequenza sismica iniziata mesi prima provocò vittime e danni, pur con una magnitudo inferiore alle precedenti, anche perché innescò fenomeni di liquefazione che, letteralmente, fecero mancare il sostegno alle soprastanti costruzioni. Lo stesso anno accadde in Giappone, e l'anno dopo in Italia (ma in questo caso la liquefazione avvenne in zone non edificate).

terremoti: liquefazione del terreno
Charleston (Carolina del Sud): una voragine prodotta da un evento di liquefazione del terreno durante il terremoto del 1886. © John K. Hillers, Everett Historical / Shutterstock

Sono vulnerabili a questo specifico evento (perché edificate su terreni sedimentari) diverse città della West Coast statunitense (la costa del Pacifico), e pure Charleston e Savannah (sull'Atlantico); Lagos (Nigeria, sull'Atlantico), diverse zone di Londra e molte città della Cina e del sud-est asiatico.

Scenari possibili. Come in un circolo vizioso, ogni fenomeno ne innesca un altro: il riscaldamento globale causa lo scioglimento dei ghiacciai che a sua volta produce l'innalzamento del livello del mare. La liquefazione indotta da onde sismiche non è un fenomeno esclusivo delle zone costiere, tuttavia in quelle aree il rischio aumenta, se il terreno è favorevole: l'innalzamento del livello del mare, oltre a contaminare le acque di falda ne aumenta i livelli, e l'acqua va a saturare il terreno soprastante.

A quel punto, le vibrazioni di un sisma possono improvvisamente trasformare in fanghiglia e gelatina il suolo, senza preavviso.

17 luglio 2019 Chiara Guzzonato
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