Quella realizzata dal Professor Behrokh Khoshnevis presso l’Università della Southern California è probabilmente la stampante 3D più grande del mondo: così grande che ci si può stampare… una casa.
Avete capito bene: la macchina realizzata dall’insigne accademico, una volta collegata a un computer, deposita una sopra l’altro strati di cemento e costruisce muri, solette e pavimenti.
Muratore digitale
La macchina di Khoshnevis è, di fatto, una versione gigante delle stampanti 3D utilizzate ormai da molti progettisti per realizzare modelli in scala delle loro creazioni. Ma al posto di plastica e resine sintetiche i suoi ugelli spruzzano cemento che viene pescato da una grande betoniera- serbatoio.
La tecnologia è stata battezzata Contour Crafting e potrebbe rivoluzionare l’industria edilizia: secondo Khoshnevis questa macchina, in sole 24 ore, potrebbe costruire una casa di 100 metri quadrati. Una volta terminata la realizzazione dei muri, agli operai umani resterebbero le finiture: dalla posa dei pavimenti, agli impianti elettrici e sanitari, dalle finestre al riscaldamento.
Nonostante le misure XXL, la stampante di case potrebbe essere trasportata e messa in opera da una squadra di due soli specialisti: una volta posati i binari sui quali si muove la macchina e collegato il tutto al computer con il progetto, il procedimento di stampa potrebbe proseguire in totale autonomia.
Socialmete utile
Il progetto della Contour Crafting è allo studio già da qualche anno: una volta ultimati i test e se tutto andrà secondo i piani, il sogno di una casa a costi abbordabili potrebbe diventare realtà per milioni di persone. Non solo: in caso di calamità naturali la macchina potrebbe essere facilmente trasportata sui luoghi dei disastri ed essere impiegata per la rapida realizzazione di rifugi di emergenza.
Ma le case stampate saranno resistenti? A detta di Khoshnevis e del suo team di ingegneri le case costruite in questo modo sono molto più robuste di quelle tradizionali: i muri “stampati” dalla Contour Crafting sono infatti formati da due profili di cemento che vengono poi riempiti con altro cemento sagomato a S.
Case su Marte
La tecnologia di Khoshnevis ha stimolato anche l’interesse della NASA: l’idea di un robot che può essere inviato su un pianeta extraterrestre per costruire un edificio in totale autonomia è affascinante e apre la strada a scenari da fantascienza. “Questa tecnologia è come una roccia in equilibrio in cima alla montagna” spiega il professore “basta una spintarella per provocare un’inarrestabile valanga di idee”.
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Nonostante le misure XXL, la stampante di case potrebbe essere trasportata e messa in opera da una squadra di due soli specialisti: una volta posati i binari sui quali si muove la macchina e collegato il tutto al computer con il progetto, il procedimento di stampa potrebbe proseguire in totale autonomia.
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