Si chiama Dynamic Architecture ed è l’ultima frontiera dell’edilizia, una tendenza che potrebbe mandare definitivamente in pensione il termine immobili come sinonimo di edifici.
Già, perché i grattacieli progettati dall’architetto italo-israeliano David Fisher sono tutt’altro che statici: grazie a particolari tecniche costruttive dovrebbero essere infatti in grado di muoversi e di modificare costantemente la propria forma. Per esempio per seguire il movimento del Sole o del vento o, più semplicemente, per offrire a chi li occupa panorami sempre nuovi.
Mi gira l’appartamento. Ogni piano di queste torri è autonomo e può ruotare su se stesso di 360° indipendentemente da ciò che succede sopra o sotto. Il risultato è che, visti da fuori, questi grattacieli sono vere e proprie sculture alte centinaia di metri in continuo movimento.
La costruzione di questi futuribili edifici utilizza tecnologie assolutamente innovative: ogni piano della torre è un insieme di moduli prefabbricati che vengono costruiti all'interno di stabilimenti con processi di tipo industriale.
Ogni piano arriva sul luogo dove sorgerà il grattacielo praticamente pronto per essere abitato: tutti gli impianti, la suddivisione degli spazi interni e le finiture sono già stati realizzati e personalizzati secondo le indicazioni e i desideri dei clienti.
Lego gigante. A questo punto i moduli devono solo essere assemblati tra loro, sovrapposti uno all’altro e agganciati alla struttura portante in cemento armato, che ospita al suo interno tutti i meccanismi necessari alla rotazione, gli ascensori, le scale e gli impianti centrali.
Per la realizzazione dei moduli Fisher prevede largo impiego di alluminio, acciaio e fibra di carbonio: grazie a questi materiali leggeri e resistenti e alla particolare tecnica costruttiva i grattacieli dinamici avranno un’alta resistenza sismica, potranno essere costruiti con meno manodopera rispetto all’edilizia tradizionale e in tempi più brevi del 30%. A tutto vantaggio dei costi.
Giganti verdi. Le torri saranno dotate di turbine eoliche posizionate orizzontalmente tra un piano e l’altro e di tetti solari che garantiranno ad ogni piano, e quindi a tutto l’edificio, la totale autonomia energetica.
Il progetto non è nuovissimo (doveva essere completato nel 2014), ma pare abbia avuto un'accelerazione negli ultimi anni: il primo di questi grattacieli potrebbe sorgere a Dubai entro il 2020 e secondo quanto riportato dal sito di news locale Whatson.ae potrebbe essere inaugurato in occasione dell’Expo. La sua costruzione - più rapida di un grattacielo normale perché ogni piano viene costruito altrove e assemblato sul posto - costerà più di 700 millioni di dollari.
Sarà costituito da 80 piani indipendenti, ciascuno in grado di ruotare di 360° attorno alla struttura centrale e avrà un’altezza complessiva di 420 metri. Ognuno degli occupanti potrà controllare il movimento del proprio loft grazie a pratici comandi vocali: “Appartamento, ruota di 180° in senso orario”.

Ma secondo quanto riportato da Futurism dovranno prepararsi a sborsare fino a 30 milioni di dollari per ogni appartamento.
Tra le altre città in cui Fisher prevede di realizzare i propri spettacolari edifici ci sono Londra, Parigi, NewYork e Mosca. Ma probabilmente non Firenze, dove è stato condannato per bancarotta. Ci riuscirà? Al momento prevale lo scetticismo: il progetto sembra ancora una "visione del futuro" più che un vero e proprio piano di costruzione.
Il grattacielo di Fisher non sarà comunque il primo del suo genere: nel 2001, a Curitiba, in Brasile è stato inaugurato Suite Vollard, un palazzo composto da 15 piani circolari, di cui 11 in grado di ruotare su se stessi di 360° in un’ora di tempo.

E a Mercellise, vicino a Verona, c'è Villa Girasole, una villa costruita tra il 1929 e il 1935 dall'ingegner Angelo Invernizzi e dall'architetto Ettore Fagiuoli.
La costruzione, a forma di V, ruotava attorno alla torretta centrale lungo special binari d'acciaio che hanno un diametro di 44 metri.
Due motori diesel permettevano all'edificio di muoversi seguendo il sole alla velocità di 4 mm al secondo: una rotazione completa richiedeva circa 9 ore.
Da qualche anno l'edificio è purtroppo immobile, a causa di un cedimento del terreno che ha deformato le rotaie.