Il sistema di Trappist-1, Kepler-452 b, Proxima b... Dietro queste sigle misteriose potrebbe celarsi la risposta a una delle domande più antiche e affascinanti della storia dell'umanità: esistono altre Terre, oltre alla nostra? Per secoli, anzi millenni è stato possibile porsi il quesito esclusivamente a livello teorico e speculativo. E c'era chi, dai filosofi naturalisti greci Democrito ed Epicuro all'italiano Giordano Bruno, sosteneva che le stelle potessero essere soli che illuminavano e riscaldavano altri mondi, magari anche abitati.
Oggi, grazie a telescopi e computer sempre più potenti, gli astronomi hanno scoperto migliaia di questi mondi – chiamati, in gergo tecnico, esopianeti – che orbitano attorno alle altre stelle. La prossima tappa è capire se possono ospitare la vita e se, ammesso che riusciremo mai a raggiungerli, potrebbero essere un giorno la nostra Terra di riserva. Gli studiosi sono fiduciosi e molti ritengono che troveremo un pianeta potenzialmente abitabile entro venti o trent'anni. Stiamo vivendo un momento unico della storia. Siamo la prima generazione dell'umanità che possiede la scienza e la tecnologia per scoprire un'altra Terra.
La caccia agli esopianeti ha aperto scenari inimmaginabili, rivoluzionando le conoscenze astronomiche. Cercarli e trovarli, nonostante gli avanzamenti tecnologici raggiunti negli ultimi anni, rimane comunque una sfida, come racconta Serena Benatti.
Serena Benatti è una ricercatrice dell'INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, specializzata nel campo della ricerca dei pianeti extrasolari, competenze maturate, dopo il dottorando all'Università di Padova, prima all'Osservatorio Astronomico di Padova e poi all'Osservatorio di Palermo, dove lavora attualmente.
Partecipa attivamente a programmi osservativi da terra per la ricerca e caratterizzazione di pianeti attorno a stelle giovani ed è coinvolta nella preparazione di future missioni dell'Agenzia Spaziale Europea, in particolare, la missione ARIEL per lo studio delle atmosfere degli esopianeti. Da anni è anche impegnata nella divulgazione scientifica.