Anche in passato X-37B, lo spazioplano dell'U.S. Air Force, aveva affrontato missioni di durata lunghissima, da più di 700 giorni. Ma l'ultima, la quinta, l'ha visto fissare un nuovo record: ben 780 giorni in orbita attorno alla Terra. Le sue partenze e i suoi rientri sono sempre circondati da un alone di mistero e le dichiarazioni dell'aeronautica militare americana sugli obiettivi delle sue missioni e sul contenuto del suo vano di carico sono sempre vaghe. Si sa che il suo scopo è approfondire le conoscenze sui veicoli spaziali riutilizzabili e di eseguire non meglio specificati esperimenti per conto dell'USAF, l'aviazione americana. Ma questa volta c'è una novità.
Informazioni classificate... male? Il dirigente dell'USAF Randy Walden ha dichiarato che fra gli obiettivi conseguiti nell'ultimo volo c'è la messa in orbita di alcuni (anche questa volta non meglio specificati) satelliti. Un fatto allarmante, secondo l'astronomo Jonathan McDowell che, in un tweet, ha fatto notare che questo dispiegamento non è stato comunicato (come invece previsto in questi casi) al registro degli oggetti lanciati nello spazio dell'ONU. Sarebbe la prima ammissione di trasgressione per gli Usa da quando questo registro è entrato in vigore nel 1962.


Per quanto le informazioni su ciò che viene trasportato da X-37B siano limitate, forma e dimensioni dello spazioplano sono ben note: con appena 8,8 metri di lunghezza sembra uno Space Shuttle in miniatura.
X-37B, tuttavia, non trasporta passeggeri umani. Di esso esistono almeno due esemplari, costruiti dalla Boeing, che assieme hanno totalizzato più di 2.800 giorni nello spazio.
Solo un sogno? Come gli Space Shuttle, anche X-37B è un veicolo spaziale riutilizzabile. A oggi l'unico funzionante, ma ad aprile 2021 potrebbe avere la compagnia di Dream Chaser, in questo momento in costruzione presso i cantieri della Sierra Nevada Corporation. Quest'ultimo promette di portare nello spazio da 2 a 7 persone.