Spazio

Vulcani su Venere, oggi? Le prove arrivano dalle immagini radar della sonda Magellano

Arrivano prove convincenti di attività vulcanica recente su Venere. Nei primi Anni '90, parte del più grande sistema vulcanico del monte Maat cambiò forma durante le osservazioni, a otto mesi di distanza.

Venere è un pianeta molto strano: per molti aspetti assomiglia alla Terra, a partire dalle dimensioni, per altri ne è distante anni luce. Ora una possibile nuova caratteristica lo avvicina ancor di più al nostro Pianeta: il vulcanismo. Un gruppo di ricercatori, infatti, ha identificato (e pubblicato sulla rivista Science) prove geofisiche di un vulcanismo attivo sulla superficie di Venere, che ricorderebbe quello delle Isole Hawaii.

Per vulcanismo attivo in questo caso, si intende proprio ai "nostri giorni". I risultati arrivano dopo una nuova analisi delle "immagini radar" riprese dalla sonda Magellano. Le immagini rivelano quella che potrebbe essere una bocca di un vulcano che ha cambiato forma nell'arco di alcuni mesi e stando ai ricercatori questo indicherebbe un'attività vulcanica in corso.

Avevamo solo Indizi, ma non certezze. Molti vulcani erano già stati identificati sulla superficie di Venere, ma non c'erano le prove di un'attività vulcanica recente. Non si sapeva nemmeno se le prominenti caratteristiche vulcaniche della superficie geologicamente giovane di Venere fossero un prodotto del vulcanismo attivo in corso o resti di un'antica attività vulcanica ormai cessata.

Alcune ricerche precedenti avevano comunque ipotizzato l'esistenza di un'attività vulcanica attraverso l'analisi dei gas presenti nell'atmosfera. In alcune aree del pianeta, infatti, proprio là dove compaiono grandi edifici vulcanici, erano state evidenziate concentrazioni di anidride solforosa, un gas emesso proprio dai vulcani. Tuttavia, ciò non bastava per affermare con certezza che vi fossero vulcani attivi.

CONTROLLO MANUALE. Il geofisico Robert Herrick (Università dell'Alaska Fairbanks) e l'ingegnere Scott Hensley (Jet Propulsion Laboratory, Nasa) hanno riesaminato le immagini radar della superficie di Venere raccolte dalla sonda Magellano tra il 1990 e il 1992: volevano essere certi che non vi fossero prove non ancora evidenziate di attività vulcanica venusiana. Durante la missione, la sonda Magellano aveva utilizzato il radar per creare una mappa della superficie del pianeta da diverse orbite, osservando alcuni luoghi due o tre volte nel corso di due anni, comprese le aree successivamente identificate come potenziali luoghi per l'attività vulcanica.

Herrick e Hensley hanno dovuto analizzare manualmente le immagini radar a piena risoluzione, per verificare eventuali cambiamenti nelle caratteristiche morfologiche tra un passaggio radar e l'altro. Sono così stati in grado di identificare una bocca vulcanica – parte del più grande sistema vulcanico, il monte Maat – che sembrava ingrandirsi e cambiare forma tra due immagini radar prese a distanza di otto mesi.

WORK IN PROGRESS. In questo modo i due scienziati hanno interpretato i cambiamenti osservati come indicativi di attività vulcanica in corso su Venere: le differenze morfologiche infatti, dovrebbe essere state causate da imponenti colate laviche.

Per avere la certezza assoluta di questa scoperta tuttavia, si dovranno attendere le varie missioni della Nasa e dell'Esa che partiranno nei prossimi anni per studiare a fondo il pianeta.

16 marzo 2023 Luigi Bignami
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