Venere è un pianeta geologicamente attivo e da questo punto di vista sembra essere sempre più simile alla Terra. A rivelare questo nuovo aspetto è stato uno strumento tutto italiano, lo spettrometro VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer), a bordo della sonda dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) Venus Express. Dalle analisi dei dati raccolti da VIRTIS, infatti, sulla superficie del “gemello bollente” della Terra sono evidenti i segni di colate laviche che rivelano eruzioni vulcaniche avvenute circa tre milioni di anni fa e forse ancora in corso.
Focalizzando l’attenzione di aree della superficie venusiana apparentemente più giovani, gli addetti alla missione hanno cercato di identificare delle variazioni nell’emissione termica superficiale per identificare differenze di composizione di colate di lava presenti in corrispondenza di tre “punti caldi”. Il risultato è stato che queste colate emettono grandi quantità di calore in maniera anormale se confrontate con le regioni circostanti. L’esistenza di queste alte temperature non significa necessariamente che il calore provenga da attività di tipo vulcanico, ma le rocce da cui questa intensa remissività termica proviene non hanno ancora subito una forte degradazione da parte delle estreme condizioni presenti sulla superficie di Venere (temperature intorno ai +500 °C e pressione atmosferica circa 100 volte superiore a quella terrestre).
Immagini in falsi colori di una vasta regione della superficie di Venere con riportate le mappe di temperatura superficiale ottenute sulla base di modelli messi a punto grazie ai dati raccolti dalla sonda Magellan (a destra) e misurati dallo strumento VIRTIS a bordo della sonda europea Venus Express (a sinistra). Le aree di maggiore emissività (più calde) sono in giallo e rosso.
Per gli scienziati planetari si tratta di vulcanismo recente, ma quanto recente? Le stime vanno da 250 a 2,5 milioni di anni fa, ma verosimilmente quella più recente è la più probabile. Addirittura niente vieta che le eruzioni che hanno dato origine alle colate siano recentissime o ancora in atto, ma non abbiamo a disposizione dei dati che possano dimostrarlo.
Le aree oggetto dello studio sono analoghe alla regione delle Hawaii, caratterizzata da vulcanismo, grandi strutture vulcaniche a scudo e intense anomalie gravimetriche prodotte da flussi di magma provenienti dal mantello più denso delle rocce superficiali.
Come sulla Terra, le valli venusiane sono più calde delle zone montuose, ma l’atmosfera di Venere è così densa che determina completamente la temperatura della superficie. Ciò ha permesso di mettere a punto dei modelli numerici grazie a i quali è possibile determinare le temperature superficiali del pianeta.
I dati ottenuti da VIRTIS mostrano che le temperature di certe aree deviano dalle previsioni di 2-3 gradi e queste differenze potrebbe essere dovute ad una attività di tipo vulcanico. Sebbene da tempo si sospettasse che queste regioni potrebbero essere state vulcanicamente attive, i dati raccolti da Venus Express sono i primi che confermano un vulcanismo molto recente, su tempi scala geologici.
Il filmato visibile color=#ff0000>QUI mostra la mappa dell’emissività termica in falsi colori sovrapposta alle immagini radar ottenute agli inizi degli anni ’90 dalla sonda della NASA Magellan. Anche in questo caso le aree più calde sono rappresentate con i colori giallo e rosso.