Tre meteoriti di origine marziana, trovate in passato in Antartide e in Egitto, grazie alle analisi che verranno effettuate con strumentazioni e tecniche di ultima generazione, potrebbero fornire entro breve la prova definitiva della passata esistenza di forme di vita sul pianeta rosso.
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La meteorite marziana ALH 84001 fu scoperta in Antartide nel 1984 ed è un campione della crosta del pianeta rosso. Ha un’età di poco inferiore a 4,5 miliardi di anni e fu espulsa nello spazio interplanetario da uno dei tanti impatti di corpi cosmici che hanno bombardato Marte. Quello che sembra essere un microfossile, nell’immagine ottenuta al microscopio, ha un diametro pari a circa 1/100 quello di un capello, Questa scoperta, quando fu pubblicata nella seconda metà degli anni ’90 suscitò un acceso dibattito sulla possibilità che sul pianeta fosse esistita in passato una qualche forma di attività biologica. Entro breve, forse, grazie a strumenti più sofisticati e a nuove tecniche, sarà possibile stabilire la verità al riguardo. Qui sotto (clicca per ingrandire), a sinistra i possibili batteri fossili sulla meteorite Nakhala al microscopio, al centro gli interstizi microscopici probabilmente creati dai batteri, e infine a sinistra la scansione al microscopio elettronico di Yamato 593 (meteorite trovata in Giappone) dove si vedono delle formazioni che assomigliano a resti fossilizzati di batteri.
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E' quanto è stato comunicato da David McKay, responsabile del laboratorio di Astrobiologia del Johnson Space Center della NASA (Houston, Texas). In una prima pubblicazione, del novembre scorso, si ipotizzava della possibile testimonianza di forme di vita in una meteorite scoperta nel 1992 in Antartide.
C'È VITA SU MARTE Ad attrarre l'attenzione degli studiosi sulle altre tre meteoriti di origine marziana sono state alcune particolari strutture che future analisi potrebbero rivelare essere di natura biomorfa, una sorta di fossili di microrganismi vissuti in un lontano passato sul pianeta rosso. In particolare, una di queste, denominata Nakhla, dal nome della cittadina egiziana a sud del Cairo presso cui nel 1911 caddero una quarantina di frammenti di queste rocce marziane per un peso totale di circa 10 kg. Gli scienziati, infatti, sono in grado di stabilire se una meteorite proviene da Marte, misurando i rapporti dei gas nobili intrappolati al suo interno e analizzando le caratteristiche mineralogiche.
UNA QUESTIONE DI GAS I gas presi in esame sono l’elio, il neon, l’argon, il kripton, lo xenon e il radon.
Ormai, più di 80 meteoriti sono state individuate e designate come provenienti da Marte: tutte hanno composizioni e rapporti dei gas intrappolati al loro interno che corrispondono esattamente ai dati raccolti dai due lander Viking, che nel 1976 si posarono con successo sulla superficie
marziana e misurarono la composizione dei gas dell’atmosfera del
pianeta in grande dettaglio.
MA ANCHE DI ROCCIA Inoltre queste rocce hanno una composizione identica a quella delle rocce marziane che è stata determinata dalle numerose sonde che hanno finora esplorato il pianeta rosso.
VITA ANTICA Gli scienziati della NASA sono dunque a un passo dall'annuncio: l'ipotesi più accreditata è che la vita, sotto forma di microrganismi, sia stata non solo presente, ma molto sviluppata su Marte circa 3,6 miliardi di anni fa. Vale a dire che Marte potrebbe essere stato popolato da forme di vita elementari nel primo miliardo di anni successivo alla sua formazione. A guidare gli studiosi in questa ipotesi è anche il fatto che in quell'epoca il pianeta, che per condizioni superficiali è il più simile alla Terra, era più caldo e umido di quanto non lo sia adesso e aveva un'atmosfera più favorevole alla vita. La recente scoperta di metano nell’atmosfera di Marte potrebbe essere un elemento a favore alla possibilità che anche attualmente sia presente sul pianeta una qualche forma di attività biologica.
A inizio 2009 gli scienziati della Nasa hanno stabilito con precisione la presenza di metano nell'atmosfera marziana. Per adesso non ci sonosufficienti informazioni per poter dire se il metano su Marte è prodotto da processi biologici, geologici, o da entrambi. Se la vita microscopia marziana è responsabile della produzione del metano, essa risiede probabilmente ben al di sotto della superficie, dove è caldo abbastanza per far sì che possa esistere acqua allo stato liquido. Sulla Terra vi sono microorganismi che prosperano a circa 2-3 Km al di sotto del bacino Witwatersrand in Sud Africa. Potrebbe essere possibile per simili microorganismi sopravvivere per miliardi di anni al di sotto dello strato di permafrost su Marte. I gas come il metano, accumulatisi in queste zone sotterranee, potrebbero quindi essere rilasciati nell'atmosfera se si aprissero delle fessure durante le stagioni calde, tali da esporre le zone profonde in particolari punti come le pareti dei crateri o i canyons.
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