Negli anni Novanta le sonde Pioneer 10 e 11 (lancio: marzo 1972 e aprile 1973) furono le prime missioni robotiche ad affacciarsi oltre Nettuno. Nel 2012 e nel 2018 le sonde Voyager 2 e 1 (lancio: agosto e settembre 1977) attraversarono l'eliopausa, varcando così ufficialmente il confine con lo Spazio interstellare - e presto saranno seguite dalle due Pioneer.
Le quattro sonde, su strade diverse, prima o poi potrebbero raggiungere altri sistemi solari con il loro carico speciale: nessuna potrà più comunicare con la Terra (le Pioneer sono già isolate), ma potranno raccontare a chiunque ci sia là fuori da dove sono arrivate e com'è la vita sul pianeta da cui sono partite.
Dato che fin dall'origine erano concepite per diventare messaggeri interstellari, dopo aver dato un'occhiata ai pianeti esterni del nostro sistema, portano dei messaggi: placche (le Pioneer) e videodischi (le Voyager) che mostrano a un eventuale navigatore extraterrestre qual è la posizione del nostro pianeta nella Galassia e come è fatta la vita sulla Terra.
Videodischi con immagini, parole e musiche del nostro pianeta... che probabilmente neppure noi riusciremmo più a leggere, costruiti per una tecnologia che forse non troveremmo più neppure nelle discariche. Sapranno leggerli gli alieni? Se la cosa vi preoccupa, sappiate che c'è chi lavora a un nuovo messaggio per alieni.
Il futuro nel Cosmo. Quali stelle e sistemi visiteranno le sonde nei secoli e nei millenni a venire? Alla risposta hanno lavorato Coryn Bailer-Jones (Max Planck Institute for Astronomy, Germania) e Davide Farnocchia (Jet Propulsion Lab., CalTech, Usa), che hanno poi pubblicato i risultati dello studio su Research Notes, rivista dell'American Astronomical Society. Le proiezioni sul viaggio delle sonde sono state elaborate utilizzando i dati (estremamente precisi) di posizione e velocità di 7,2 milioni di stelle rilevati dal satellite Gaia e di velocità di altre 220.000 stelle registrate nel database astronomico SIMBAD.
«Le Pioneer e le Voyager continueranno a vagare per miliardi di anni nella nostra galassia: è improbabile che impattino con qualche oggetto e tutt'al più potrebbero risentire della gravità di qualche astro ed essere deviate dalla traiettoria ipotizzata», spiega Coryn Bailer-Jones.
Le prime stelle. I due ricercatori hanno analizzato i moti delle stelle più vicine alla nostra nei prossimi secoli e le traiettorie e velocità delle sonde: i dati mostrano che le viaggiatrici avranno più di una possibilità di passare vicino a più di una stella a meno di 3 anni luce da loro da qui alla fine del millennio. Entrambe le Voyager e la Pioneer 11 "rasenteranno" infatti Proxima Centauri, il sistema stellare a noi più vicino (4,3 anni luce), che ha anche un pianeta potenzialmente abitabile (Proxima b, il Piccolo Punto Rosso) e almeno un altro pianeta, di recente scoperta, Proxima c.
Un'altra destinazione futura, tra centinaia di migliaia di anni, sarà la stella Ross 248, una nana rossa, a circa 10 anni luce dalla Terra nella costellazione di Andromeda: Voyager 2 e Pioneer 10 dovrebbero transitare a circa 2,8 anni luce dalla stella. Gliese 445, un'altra nana rossa a 17,6 anni luce dalla Terra, nella costellazione Camelopardalis, attende invece Voyager 1 e Pioneer 11: "attende" per modo di dire, visto che viaggia in direzione del Sole (e va loro incontro) a 400.000 chilometri all'ora.