Ken Shen, astrofisico dell'Università della California a Berkeley, da qualche mese lavora sui dati rilasciati da GAIA, il satellite astrometrico dell'Esa, che ha definito con precisione posizione, distanza e moto di oltre un miliardo di stelle della nostra galassia (tra l'altro, rivelandoci gli errori del nostro attuale modello dell'Universo). Shen studia, in particolare, le stelle che si muovono molto velocemente, per cercare di comprendere le cause del loro moto.
Stelle impazzite. Il suo team si è concentrato su tre nane bianche, ossia piccole stelle nella fase finale della loro vita, che stanno sfrecciando attraverso la nostra galassia alla velocità di migliaia di chilometri al secondo. In questo stesso periodo, e sempre sulla base dei dati di GAIA, altri gruppi di astronomi hanno identificato almeno una dozzina di stelle in rapido movimento nello Spazio.
Secondo le ipotesi formulate, alcune di queste stelle sono state sparate via a gran velocità dal buco nero al centro della Via Lattea, altre sono state lanciate a fortissima velocità da esplosioni di supernove e almeno una, che brilla alla periferia della nostra galassia, è arrivata da un'altra galassia, la Grande Nube di Magellano. Questa incredibile quantità di stelle erranti a velocità elevatissime ha letteralmente mobilitato gli astronomi di tutto il mondo, per osservarle, studiarle e cercare di comprendere il fenomeno.
A 2.400 km al secondo. Nello studio pubblicato su arXiv.org Ken Shen e il suo team affermano che, dal set dei dati analizzato, risulta che una delle nane bianche prese in considerazione viaggia a 2.400 km al secondo e questo ne fa uno degli oggetti più veloci della Galassia.
Secondo Shen, la nana bianca ruotava attorno a una stella simile, quando, avvicinandosi sempre di più, poco prima della loro fusione, una delle due ha strappato all’altra, per forza di gravità, così tanto materiale da esplodere, e l'esplosione ha fatto accelerare la compagna a velocità inaudita.
Stelle aliene. Un altro gruppo di astronomi, guidato da Tommaso Marchetti (Università di Leiden, Paesi Bassi), ha scoperto 28 stelle che si stanno velocemente allontanando dal centro della Galassia, dove si trova un buco nero gigante. È probabile, secondo Marchetti, che l’enorme forza di gravità del buco nero abbia sortito un effetto fionda, lanciando quelle stelle a 1.000 chilometri al secondo, velocità sufficiente per fuggire dalla Via Lattea. Altre due stelle superveloci, anche queste identificate dal team di Marchetti, provengono invece dall'esterno della Via Lattea - una probabilmente dalla Grande Nube di Magellano. Quest'ultima, chiamata HVS3, potrebbe avere ricevuto una "spinta" gigantesca dal buco nero della Grande Nube di Magellano, tale da averle permesso di vincere la forza di gravità di quella galassia e arrivare nella nostra.