Oggi Venere è un luogo assolutamente inospitale, non fosse altro per le temperature che sulla superficie superano i 470 °C e la pressione esercitata dall’atmosfera che è 90 volte superiore di quella della Terra. Nessun uomo potrebbe resistere sul pianeta e probabilmente è impossibile la sopravvivenza anche ai batteri più estremi che si possano immaginare.
La situazione doveva essere molto diversa centinaia di milioni di anni fa, e secondo un gruppo di ricercatori le condizioni erano tali da poter anche ospitare la vita. La tesi non è nuova, ma è originale il modo in cui ci sono arrivati gli scienziati. «Abbiamo creato una serie di simulazioni climatiche – spiega Michael Way che ha pubblicato la ricerca su Earth and Planetary astrophysics - partendo da quanto conosciamo oggi della superficie del pianeta e della sua atmosfera, a cui abbiamo aggiunto l’irraggiamento solare che doveva esserci tra 2,9 miliardi e 0,715 miliardi di anni fa, l’orbita che il pianeta possedeva rispetto al Sole e la composizione dell’atmosfera che doveva avere a quel tempo».


Condizioni ospitali. Risultato: la temperatura doveva essere molto inferiore a oggi, nonostante che il Sole irradiasse dal 46 al 70 per cento in più rispetto alla Terra. Questo potrebbe aver portato Venere a possedere condizioni tali da ospitare oceani e quindi una vita che si potrebbe essere sviluppata fino a 715 milioni di anni fa, quando le condizioni climatiche andarono via via ad avvicinarsi a quelle dei nostri giorni.
Sarà comunque molto difficile riuscire a trovare indizi della vita (e conferme alle tesi dei ricercatori) perché la superficie di Venere viene quasi completamente rinnovata una volta ogni 500 milioni di anni. Tutta colpa di una “tettonica” molto diversa da quella terrestre: la crosta venusiana viene inghiottita nel mantello a cicli della durata di circa mezzo miliardo di anni.

