La camera ad altissima risoluzione HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) della sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) della NASA, che dal marzo 2006 è in orbita attorno a Marte, nel corso della sua missione di ricognizione fotografica ha ripreso un certo numero di valanghe di detriti, alcune delle quali proprio nel momento in cui si stavano verificando (vedi post del 5 marzo 2008). Ma l’ultima immortalata lo scorso 31 marzo da HiRISE è un pò diversa dalle altre.
Immagine a colori della valanga di detriti innescata sul fianco di una scarpata del monte Olympus dall'impatto di un meteoride ripresa il 31 marzo scorso dalla sonda MRO. Nei due riquadri in basso, le immagini della stessa regione in cui quella a sinistra è stata ripresa il 14 febbraio 2010.
Il fenomeno si è verificato sulle vaste pendici della più grande montagna del Sistema Solare, il monte Olympus, un enorme vulcano grande quanto la pianura Padana e la cui altezza raggiunge i 27 km. Mentre le precedenti valanghe osservate da MRO molto probabilmente sono state provocate dall’espansione e dalla contrazione dei ghiacci di cui è impregnato il suolo marziano, a causa delle differenze di temperatura stagionali, in questo caso l’evento è stato provocato da un impatto.
Nella parte alta dell’immagine, infatti, in corrispondenza della zona da cui è partita la valanga, è chiaramente visibile un piccolo cratere da impatto freschissimo, con un diametro di poco inferiore a 5 metri, prodotto da un meteoroide con dimensioni di circa mezzo metro arrivato sulla superficie marziana ad una velocità dell’ordine di una decina di chilometri al secondo. Che l’impatto (e la valanga) siano recentissimi lo dimostrano le due immagini in bianco e nero in basso, in cui quella a sinistra, dove non c’è traccia alcuna di impatti o frane, fu ripresa da MRO il 14 febbraio 2010, soltanto un mese e mezzo prima di quella in cui è ben visibile l’ampia strisciata prodotta dalla valanga di detriti sul fianco della ripida scarpata.