Per ora, gli unici abitanti di Marte che si conoscano sono alcuni rover e lander inviati in avanscoperta sul Pianeta Rosso negli ultimi decenni. In futuro però, questa strana famiglia marziana potrebbe arricchirsi di una serie di nuovi membri ronzanti: uno sciame di api marziane che, in base a un nuovo progetto finanziato dalla Nasa, potrebbe librarsi in volo sul corpo celeste.
Le cosiddette Marsbees ("api marziane"), ideate da un team dell'Università dell'Alabama Huntsville in collaborazione con alcuni scienziati giapponesi, sono una serie di droni delle dimensioni di bombi, muniti di ali simili a quelle di cicale. Sarebbero equipaggiate di piccoli sensori per analizzare dall'alto il terreno e l'atmosfera marziana - per rilevare, per esempio, tracce di metano - nonché di strumenti di comunicazione wireless per coordinarsi con gli altri "insetti" della colonia. Farebbero capo a una base mobile, che funzionerebbe sia da stazione di ricarica, sia da centro di gestione delle comunicazioni.
fuori dagli schemi. Il progetto è una delle 25 visionarie proposte di esplorazione interplanetaria finanziate dal programma NASA Innovative Advanced Concepts (NIAC), che sostiene le idee che potrebbero rivoluzionare le missioni spaziali di domani. La fase I prevede un finanziamento iniziale di 125 mila dollari (102 mila euro) da parte dell'agenzia USA, e 9 mesi di tempo per perfezionare i dettagli del progetto.
L'unione fa la forza. Quello dei droni-insetti comporterebbe alcuni indubbi vantaggi, come quello di esplorare Marte senza cimentarsi con le difficoltà del suo terreno e di un eventuale ammartaggio. Inoltre, l'idea di uno sciame con più elementi ma un unico "cervello" centrale ridurrebbe le probabilità di fallimento della missione - se un drone dovesse rompersi, sarebbe facilmente sostituito.
Secondo alcuni test preliminari, le ali di cicala dovrebbero generare una portanza sufficiente a sollevare il robot insetto nella rarefatta atmosfera marziana. Una piccola molla montata alla base delle ali servirebbe poi a immagazzinare l'energia cinetica in eccesso e a ridurre il dispendio energetico dei singoli droni. Se tutto dovesse procedere come da copione, le Marsbees sarebbero pronte al decollo tra il 2025 e il 2030.
Tute e mutanti. Tra i progetti più curiosi premiati dal NIAC ci sono anche una più snella tuta spaziale collegata, con una sorta di cordone ombelicale, a un robot esterno (Biobot) per il supporto vitale; e un robot anfibio e trasformista capace di cambiare continuamente configurazione e adattarsi all'habitat extraterrestre che sta esplorando.