Nelle immagini di una galassia ottenute dal Telescopio Spaziale Hubble (HST) è stata identificata una stella che prima di esplodere come supernova era circa un milione di volte più luminosa del Sole. Secondo le attuali teorie sull’evoluzione stellare però questa stella avrebbe raggiunto troppo presto la violentissima fase finale della sua evoluzione. La stella, appartenente alla galassia a spirale barrata NGC 226, che dista da noi circa 200 milioni di anni luce, fu vista esplodere come supernova il 5 ottobre 2005 e gli fu assegnata la denominazione SN 2005gI. Analizzando le immagini di questa galassia ottenute da HST nel 1997, è stato possibile individuare la stella progenitrice, che appariva di magnitudine assoluta -10,3. Si trattava di una stella così brillante che probabilmente apparteneva alle cosiddette Luminous Blue Variable (LBV), un tipo di stelle tra le più luminose dell’universo – la sua massa è stata stimata in almeno 50 volte quella del Sole. Queste stelle durante il loro brevissimo ciclo evolutivo, dell’ordine dei milioni di anni (la durata della vita di una stella è inversamente proporzionale alla sua massa) – un’inezia rispetto ai 10 miliardi di anni di vita del Sole - espellono nello spazio una grande quantità di materia sotto forma di violentissimi venti stellari e solo dopo che questa fase è terminata e nel loro nucleo si è formato un massiccio nucleo di ferro esplodono come supernovae. Ebbene, le analisi delle immagini ottenute da HST mostrano che questa stella quando è esplosa stava ancora espellendo una grande quantità di materia e quindi la sua fine come supernova sarebbe stata troppo prematura. Se così fosse, sarebbe necessario rivedere le attuali teorie che descrivono le fasi finali di una stella supermassicia.
In alto, la galassia NGC 266, la freccia indica la supernova SN 2005gI, la cui immagine ingrandita è al centro in basso. Le altre due immagini in basso mostrano la stella progenitrice (a sinistra), mentre a destra nello stesso campo questa stella (dopo l’esplosione) non è più visibile.
Una possibilità, che salverebbe queste teorie, è che il progenitore di SN 2005gI fosse stato un sistema stellare binario, in cui le due componenti si sarebbero fuse tra loro innescando una violentissima serie di reazioni termonucleari che avrebbero prodotto l’esplosione di supernova. I dati osservativi mostrano che soltanto una frazione relativamente piccola della massa della stella è stata espulsa dall’esplosione, mentre una buona parte, stimata in circa 10-15 masse solari, probabilmente è andata a formare un buco nero.