Recentemente è stata annunciata la scoperta di una mostruosa esplosione stellare, che è stata rilevata da strumenti basati a terra e dal telescopio orbitante per raggi X Chandra e la cui energia è stata stimata circa un centinaio di volte maggiore di quella di una normale supernova. Questo evento ha colto di sorpresa gli addetti ai lavori, in quanto si tratta di un fenomeno mai osservato finora. L’evento è eccezionale e la sua origine, molto probabilmente, è da ricercare in meccanismi completamente diversi da quelli che sono alla base delle esplosioni delle supernova classiche.
L'esplosione di supernova avviene quando il nucleo di una stella massiccia collassa, al termine di una lunga sequenza di bruciamenti termonucleari che portano alla formazione nel nucleo stellare di ferro. L’energia prodotta nel corso di questi eventi è immane ed una gran parte di essa viene spesa per accelerare a velocità elevatissime (dell’ordine delle decine di migliaia di km/s) i gas che formavano gli inviluppi esterni della stella. L'energia prodotta dall’esplosione è tale che per alcune settimana la luce emessa è pari o superiore a quella che viene irradiata da un'intera galassia! Il materiale espulso è ricco degli elementi prodotti nel corso evolutivo della stella e durante le rapidissime fasi dell’esplosione e vanno così ad “inquinare” con i nuovi atomi il mezzo interstellare che incontrano nel loro cammino, da cui nasceranno nuove stelle. Al centro della supernova in genere resta un buco nero oppure una stella di neutroni. Dato che le stelle di grande massa rappresentano solo una piccola frazione del totale, l'esplosione di una supernova è un evento piuttosto raro: si stima che nella nostra Galassia ne esplodano in media 3 al secolo. Le supernovae sono ben visibili anche in galassie lontane, anzi rappresentano uno dei modi migliori per determinarne la distanza. Alcune supernovae sono entrate nella storia dell'astronomia. La più famosa è forse quella del 1054, che fu osservata dagli astronomi cinesi e che fu così luminosa da essere visibile anche di giorno. Il residuo di quella supernova costituisce oggi la Nebulosa del Granchio. Ma non bisogna dimenticare la supernova 1987A, che apparve nella Grande Nube di Magellano nel febbraio 1987. La prima ad essere visibile ad occhio nudo dall’avvento del telescopio.
La supernova “monstrum” è esplosa nella galassia NGC 1260, distante da noi circa 240 milioni di anni luce, ed è stata denominata SN 2006gy. Dopo la sua scoperta (18 settembre 2006), ha lentamente aumentato la sua brillantezza per circa 70 giorni, raggiungendo una luminosità massima pari a più di 50 miliardi di volte quella del nostro Sole, dopodiché ad iniziare dagli inizi del dicembre scorso ha iniziato a indebolirsi. Si stima che la massa della stella progenitrice fosse circa 150 volte quella del Sole Stelle di massa superiore al centinaio di masse solari sono estremamente rare. Si stima, infatti, che nella nostra Galassia (formata da circa 400 miliardi di stelle) esse non superino la dozzina. Prima di esplodere, la stella progenitrice di SN 2006gy ha espulso grandi quantità di materia, in maniera simile a quanto sta accadendo ad Eta Carinae, una stella supergigante della nostra Galassia, di massa compresa tra 100 e 120 masse solari. Ciò fa sorgere il sospetto che anche questa enorme stella possa in procinto di esplodere. Se ciò accadesse, potremmo essere testimoni del più grande spettacolo stellare mai osservato nella storia dell’umanità. Eta Carinae, infatti, dista da noi solo 7.500 anni luce e se esplodesse come supernova sarebbe visibile in pieno giorno.
In alto, immagine artistica che dell’esplosione della supernova SN 2006gy. In basso a sinistra, immagine ottica della supernova SN 2006gy. La supernova è l’oggetto brillante in alto a destra, mentre il nucleo della galassia ospite appare più debole e di colore verdastro in basso a sinistra. In basso a destra, l’immagine X dei due oggetti ripresa dall’osservatorio orbitante Chandra. Si tratta della supernova più brillante mai osservata. La sua luminosità supera di un centinaio di volte quella delle supernovae “normali” e si pensa che sia stata originata dall’esplosione di una stella di 150 masse solari. Anche i meccanismi che hanno portato all’esplosione, molto probabilmente, sono completamente diversi da quelli che sono alla base delle supernovae conosciute finora.