Un misterioso oggetto spaziale i cui segnali radio sono noti già da qualche tempo si nascondeva in uno spesso involucro di gas a forma di ciambella, che potete ammirare in questa spettacolare immagine. Le rilevazioni dello strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) sul Very Large Telescope dell'ESO, in Cile, hanno evidenziato la presenza di un imponente anello di gas in lenta espansione circondato da filamenti di gas in rapido movimento, e da polveri stellari lasciate da un'esplosione di supernova.
L'intero sistema chiamato 1E 0102.2-7219 si trova nella Piccola Nube di Magellano, a 200 mila anni luce dalla Terra. Le nuove osservazioni con il telescopio di terra unite a quelle di alcuni telescopi spaziali, come l'osservatorio a raggi X Chandra, hanno permesso di individuare, al centro del ciambellone spaziale, la prima stella di neutroni isolata e con un basso campo magnetico al di fuori della Via Lattea.
Guardate qui. Lo strumento MUSE riesce a ottenere immagini anche molto nitide di oggetti celesti un tempo troppo flebili per essere studiati, grazie a un'ottica adattiva che compensa gli effetti di sfocatura dovuti all'atmosfera terrestre.
L'equipe guidata dallo scienziato dell'ESO Frédéric Vogt ha notato che l'anello di gas era collocato proprio in prossimità di una misteriosa sorgente di raggi X di natura imprecisata, nota da qualche anno come p1. Quando il VLT ha esaminato i gas costituenti l'anello spaziale (come neon e ossigeno) i ricercatori hanno visto che la "ciambella" centrava p1 perfettamente: come se l'Universo avesse cerchiato un punto di interesse sul quale dirigere la loro attenzione.
Circondata. Quella che dalle successive osservazioni di Chandra è risultata essere una stella di neutroni si trova all'interno dell'avanzo di supernova. Quando le stelle massicce esplodono in supernove, lasciano dietro di sé residui di gas e polveri che ridistribuiscono gli elementi pesanti nel mezzo interstellare. Le stelle di neutroni sono spesso il residuo di queste morti spettacolari.
Rintracciare questi oggetti - in genere larghi una decina di km, ma più pesanti del Sole - è un'impresa, perché emettono segnali solo nella lunghezza d'onda dei raggi X. Ecco perché averne individuata una con uno strumento ottico è una conquista importante.