Si pensa che su Marte quando fa caldo ci siano non più di 60 gradi sotto zero. Una temperatura alla quale è difficile per un astronauta resistere, anche se per poco tempo. Alla Nasa allora, hanno pensato che si potrebbe risolvere il problema “terrificando” il pianeta.
Il processo di “terraforming” (come si dice in inglese) prevede, infatti, che attraverso nuove tecnologie sia possibile rendere una piccola porzione di territorio marziano, più simile al nostro pianeta. Aumentando l’ispessimento dell’atmosfera e facendo alzare di molto la temperatura (che in alcune parti raggiunge anche i – 140), grazie al raddoppio della quantità di raggi solari che normalmente arrivano al pianeta.
Proprio per questo è allo studio un sistema di 300 palloni “riflettenti”, grande ciascuno 150 metri, che messi uno a fianco all’altro creino uno specchio di un chilometro e mezzo di larghezza, da collocare nell’orbita intorno a Marte, capace di riflettere la luce del sole e riscaldare un chilometro circa di territorio.
In questo modo i futuri astronauti potrebbero trovare in quella zona del pianeta rosso un clima primaverile, intorno ai 20 gradi e probabilmente – almeno secondo i piani dell’agenzia spaziale – abbeverarsi con l’acqua prodotta dal ghiaccio sciolto.
Foto: © Rigel Woida