Se i nostri occhi riuscissero a vedere i raggi X avremmo una visione completamente diversa del Cosmo, come quella che otteniamo da strumenti quali il telescopio eROSITA (Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics, Germania), che fa coppia col telescopio ART-XC nella missione SRG (Spectrum Roentgen Gamma). I dati di questo satellite in costante opposizione al Sole rispetto alla Terra (significa che si trova sempre protetto dalla Terra rispetto al Sole) sono stati elaborati in una straordinaria mappa dell'Universo.
Ci sono voluti circa 6 mesi per ottenere l'immagine qui sopra, che mostra le innumerevoli fonti di raggi X, un tipo di radiazione elettromagnetica ad alta energia: in un breve lasso di tempo la mappa raddoppia il numero di fonti di raggi X scoperte nel corso dei 60 anni di storia dell'astronomia a raggi X. Le emissioni provengono per lo più da buchi neri (80%) colti nel momento in cui ingurgitano stelle o altro materiale; subito dopo ci sono le esplosioni di supernove e altri fenomeni catastrofici che avvengono nell'Universo. Nel setacciare i cieli eROSITA ha individuato oltre un milione di fonti di raggi X provenienti in modo omogeneo da tutto il Cosmo, per la maggior parte posti nel cuore delle galassie, dove appunto ci sono giganteschi buchi neri. «Questa immagine a 360° del cielo cambia completamente il modo con il quale guardiamo l'Universo energetico», commenta Peter Predehl, a capo del team di eROSITA: «mai prima d'ora avevamo avuto modo di vedere una tale ricchezza di dettagli», e stando ai programmi nei prossimi anni si riusciranno a vedere le più antiche strutture dell'Universo e a raggiungere le emissioni dei buchi neri giganteschi dei suoi primordi.