Spazio

Una nuova compagna della Via Lattea

La nostra Galassia, la Via Lattea, ha una vicina in più. È una piccola galassia - con una massa pari ad appena un decimo di millesimo della nostra e distante circa 7 milioni di anni luce . È stata scoperta grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble.

La Via Lattea, come la maggior parte delle galassie, fa parte di un gruppo, formato da una settantina di altre compagne per la maggior parte di piccole dimensioni, il cui centro di massa si trova in una regione compresa fra la Via Lattea e la galassia di Andromeda. Questo ammasso, denominato Ammasso Locale, ha un diametro di circa 10 milioni di anni luce ed è diviso in due grossi gruppi che gli fanno assumere una forma assimilabile a un manubrio. L'Ammasso Locale, a sua volta, fa parte del superammasso di galassie della Vergine in uno scenario gerarchico della struttura dell’Universo osservabile.

Schema che mostra la distribuzione di buona parte delle galassie che fanno parte del Gruppo Locale. Il diametro di questa struttura è di circa 10 milioni di anni luce.

Adesso la già numerosa famiglia di galassie vicine alla Via Lattea è un pò più grande: è stata infatti scoperta, ad una distanza di quasi 7 milioni di anni luce da noi, una nuova galassia nana, denominata Kks3. Un oggetto minucolo se confrontata a quella in Andromeda o alla nostra galassia, che sono formate da un numero di stelle compreso tra 200 e 400 miliardi: Kks3 possiede infatti una massa complessiva pari a circa un decimillesimo della Via Lattea.

A individuarla, grazie alle riprese effettuate con la Advanced Camera for Surveys (ACS) del telescopio spaziale Hubble, è stato Igor Karachentsev dello Special Astrophysical Observatory (Karachai-Cherkessia, Russia) e il suo team.

Kks3 è una galassia nana sferoidale, in cui sono assenti i bracci a spirale che caratterizzano la nostra Galassia e la galassia di Andromeda e in cui l’abbondanza di gas e polveri, gli "ingredienti" fondamentali per formare nuove stelle, è trascurabile. Senza più possibilità di generare nuove stelle, a formare questi oggetti celesti rimangono oggi astri generalmente antichi e di bassa luminosità.

Kks3 e le galassie simili sono molto interessanti, in quanto il loro processo evolutivo sarebbe alquanto differente rispetto a quello delle galassie di massa maggiore. Le loro stelle si sarebbero formate ed accese in un periodo di tempo relativamente breve, esaurendo altrettanto rapidamente le limitate riserve di gas disponibile per darne origine ad altre.

Individuare però galassie così piccole e deboli è un compito arduo, anche per il telescopio spaziale Hubble. A queste caratteristiche si aggiunge infatti anche l’assenza di luminose nubi di idrogeno al loro interno, il che le rende ancor più elusive. Non a caso, solo un’altra galassia simile a Kks3 è stata individuata finora nel Gruppo Locale: è KKR 25, scoperta dallo stesso gruppo di ricercatori nel 1999.

La scoperta di una nuova galassia nana sferoidale isolata è di particolare interesse per la nostra comprensione della formazione delle galassie e dei loro meccanismi di evoluzione.

Sistemi come Kks3 sono importanti per conoscere l’origine delle stesse galassie nane sferoidali, difficile da spiegare nel contesto dello scenario gerarchico della formazione delle strutture presenti nell’Universo. Per tali motivi simili galassie, anche se così piccole, forniscono nuovi importanti punti di riferimento alle teorie cosmologiche.

27 dicembre 2014 Mario Di Martino
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