Si è a lungo parlato delle macchie chiare sul pianeta nano Cerere; ora l'attenzione degli astrobiologi si concentra su un'altra "macchia", di diversa natura: una regione inspiegabilmente più fredda rilevata sulla superficie di Europa, il satellite ghiacciato di Giove.
Samantha Trumbo e i colleghi del California Institute of Technology hanno usato l'Atacama Large Millimeter Array (ALMA), una rete di 66 radio antenne sparse per il Cile, per misurare il calore irradiato dalla superficie del satellite. Ne hanno ricavato quattro immagini termiche, che insieme costituiscono la prima mappa completa della temperatura della luna di Giove.
Analizzando i dati, i ricercatori hanno rilevato la presenza di una regione ampia circa 300 km che risulta più fredda di 9 °C rispetto a quelle circostanti. La scoperta è del tutto inaspettata per gli scienziati, che erano invece alla ricerca di aree più calde, ossia di indizi di un'attività geologica in corso.
Le ipotesi sul piatto. La "macchia" potrebbe semplicemente emettere meno calore delle aree limitrofe, oppure impiegare più tempo a scaldarsi nel "mattino" di Europa; il ghiaccio di cui è composta potrebbe avere una diversa composizione, che rende più difficile il passaggio di calore.
Se la presenza della macchia fosse confermata, potrebbe forse trattarsi di ghiaccio più giovane (perché meno frammentato). Questa caratteristica lo renderebbe particolarmente interessante da studiare, in un contesto già molto promettente: il satellite è forse il primo candidato in lista del Sistema Solare tra quelli adatti a sostenere la vita.
C'è, ma non si vede? Tuttavia, i dati storici della sonda della NASA Galileo sulla riflettività superficiale (albedo) di quell'area non rivelano alcuna anomalia. Tanto che il gruppo di ricerca dubita non solo del motivo, ma anche dell'esistenza stessa della macchia. Per risolvere il dilemma, non resta che raccogliere maggiori informazioni.