Spazio

Una misteriosa macchia chiara su Mercurio

Durante il fly-by di Mercurio effettuato lo scorso 29 settembre dalla sonda della NASA Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and...

Durante il fly-by di Mercurio effettuato lo scorso 29 settembre dalla sonda della NASA Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging), ha inviato a terra un’immagine che lascia perplessi gli addetti ai lavori. Si tratta di una macchia di colore chiaro che già era stata individuata in immagini telescopiche e che Messenger riprese durante il suo ultimo passaggio ravvicinato al pianeta il 6 ottobre 2008. Allora, però, si trovava sul bordo del pianeta, per cui non fu possibile ottenere un’immagine di buona qualità.

Al centro di questo alone chiaro è presente una depressione dall’apparenza irregolare che potrebbe essere stata originata da attività di origine vulcanica. Non è dato sapere al momento quale sia la natura di questa macchia, la quale sarà senz’altro uno dei primi obiettivi degli strumenti di Messenger, quando la sonda entrerà in orbita attorno al pianeta nel 2011.

Immagine della misteriosa macchia chiara sulla superficie di Mercurio ripresa il 29 settembre scorso dalla sonda ‘Messenger’.

Nelle nuove immagini inviate a terra dalla sonda sono anche visibili diverse strutture da impatto, alcune delle quali complesse e causate dalla collisioni con corpi cosmici di grandi dimensioni. Alcuni di questi crateri sono relativamente freschi e quindi prodotti da impatti recenti.

Un cratere da impatto complesso (multi-ring) osservato su Mercurio dalla sonda ‘Messenger’. La superficie del pianeta appare costellata da crateri da impatto semplici più piccoli e di più giovane età.

Su Mercurio, come sulla Luna, anche i crateri più antichi possono conservarsi molto bene, in quanto questi due oggetti non hanno un’atmosfera, non sono coperti da oceani, che tendono ad erodere e a seppellire sotto decine di metri di sedimenti le più antiche strutture da impatto, e non sono soggetti ad una tettonica a zolle che con i moti di subduzione tende a “riciclare” le rocce della crosta, come avviene sulla Terra.

Il recente fly-by di Messenger con il pianeta più vicino al Sole è avvenuto ad una distanza minima di 228 km dalla sua superficie e ad una velocità di oltre 19.000 km/h. Si tratta della prima sonda automatica, dopo la Mariner 10 che sorvolò Mercurio verso la metà degli anni ‘70, a visitare il pianeta. La sonda Messenger, lanciata il 4 agosto 2004, ha già effettuato un fly-by con la Terra, due con Venere e adesso 3 con Mercurio, dopo quelli del gennaio e ottobre 2008. Dopo questo lungo e complesso viaggio, nel marzo 2011 finalmente entrerà in orbita attorno al pianeta, quando inizierà la vera e propria missione di studio dettagliato di Mercurio, che si protrarrà per oltre un anno.

2 ottobre 2009 Mario Di Martino
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