Una recente immagine ottenuta con il telescopio da 2,2 metri di apertura dell’European Southern Observatory (ESO, La Silla, Cile) mostra la galassia denominata NCG 4945 in tutto il suo splendore. La sigla NGC sta per New General Catalogue, un catalogo di galassie, nebulose e ammassi stellari che fu realizzato a partire del 1880 dall’astronomo danese John Dreyer.
Sebbene NCG 4945 sia vista di taglio, le osservazioni suggeriscono che si tratti di una galassia a spirale molto simile alla nostra, la Via Lattea, con dei maestosi bracci di spirale che si dipartono da una regione centrale a forma di barra. A parte queste grandi somiglianze, NGC 4945 mostra un nucleo più luminoso, che molto probabilmente ospita un buco nero supermassiccio. Questa galassia dista da noi circa 13 milioni di anni luce in direzione della costellazione del Centauro ed eventuali abitanti di un pianeta che orbita attorno ad una delle centinaia di miliardi di stelle che la compongono vedrebbero la Via Lattea in maniera del tutto analoga.
Immagine della galassia NGC 4945 ripresa dal telescopio a grande campo da 2,2 metri di diametro dell’Osservatorio Australe Europeo (La Silla, Cile). Il campo di vista dell’immagine è pari a quello della luna piena (30 x 30 primi d’arco).
Le regioni nucleari di NGC 4945 emettono molta più energia rispetto a quella irradiata da galassie più tranquille, come la Via Lattea. Nel 1943 l’astronomo americano Carl Seyfert la inserì nella categoria di galassie che hanno preso il suo nome, “galassie di Seyfert” appunto.
Esiste ormai praticamente la certezza che responsabili dell’enorme produzione di energia dei nuclei delle galassie di Seyfert siano dei buchi neri supermassicci che accelerano e riscaldano sino a temperature di milioni di gradi la materia circostante, prima di “fagocitarla”. A temperature così elevate la materia emette radiazione di altissima energia, come raggi X e luce ultravioletta. Molte grandi galassie a spirale, simili alla Via Lattea, ospitano un buco nero nel loro nucleo, anche se molti di questi veri e propri mostri celesti per lunghi periodi di tempo possono rimanere inattivi.