Nella mattina del 6 settembre, il Sole ha prodotto due imponenti eruzioni, una delle quali - la seconda - è stata classificata come la più potente in oltre un decennio. La prima, alle 11:10 ora italiana, è stata di categoria X2.2 (i brillamenti di classe X sono i più rari e potenti), ma è stata superata, 3 ore più tardi, da un flare di classe X9.3, la più mostruosa eruzione solare dal 2005. Il più potente brillamento solare di cui si sia a conoscenza (di classe X28) risale invece al 2003.
Gli effetti. I raggi X e ultravioletti generati hanno ionizzato la parte superiore dell'atmosfera terrestre e causato una serie di blackout radio nella faccia illuminata della Terra, sopra Europa, Africa e Oceano Atlantico. Anche la comunicazione sulle basse frequenze radio usata nei sistemi di navigazione ha subito disturbi per un'ora. Entrambe le eruzioni sono state originate da una regione attiva, la macchia solare AR2673, larga 7 volte la Terra.
Bombe spaziali. I brillamenti solari sono improvvisi rilasci di energia che si verificano a causa dell'instabilità del campo magnetico della nostra stella. L'eruzione causa un aumento repentino della luminosità, seguito da un graduale raffreddamento. Sono tra gli eventi più esplosivi del Sistema Solare, con una quantità di energia liberata pari a quella di decine di milioni di bombe atomiche.
Le luci del nord. Le immagini del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO), il telescopio spaziale di Nasa ed Esa hanno confermato che l'evento ha provocato un'espulsione di massa coronale (CME), un'emissione di plasma dalla corona solare che dovrebbe raggiungere la magnetosfera terrestre l'8 settembre, e provocare spettacolari aurore solari ma anche potenziali danni a satelliti e sistemi di comunicazione.