Una nuova generazione di telescopi terrestri 10 volte più grandi di quelli esistenti potrebbe darci immagini 40 volte più dettagliate di quelle di Hubble.
Controllare specchi grandi quanto campi di calcio è un'operazione tecnicamente possibile. |
Giganti a specchio. L'apparecchio americano (realizzato in team da statunitensi e canadesi) avrà un diametro di circa 30 metri. Un'inezia in confronto a quello allo studio dagli scienziati europei che stanno verificando la possibilità di costruire un vero e proprio gigante dotato di uno specchio sferico principale largo più di 100 metri: in pratica, lo specchio primario del telescopio europea sarà composto da 3048 specchi più piccoli nanometricamente allineati.
I due ELT saranno dotati di ottiche adattive controllate da un computer in grado di modificarne la forma, così da compensare la distorsione delle onde luminose provocata dalle turbolenze atmosferiche.
Guardoni stellari. Grazie a questi colossali telescopi terrestri gli scienziati potranno cercare pianeti adatti alla vita in altri sistemi solari. Fino a oggi sono stati identificati con metodi fisici e matematici almeno 150 pianeti in orbita attorno ad altri “soli”, e di qualcuno si hanno anche immagini dirette. Si tratta però di pianeti giganti, molto giovani, e profondamente diversi dal nostro. Per studiare pianeti maturi che non emettono più una luce propria, sono indispensabili strumenti come gli ELT, in grado di accentuare al massimo il contrasto con la luce emessa dalla vicina stella.
La realizzazione di questi strumenti rappresenta una grande sfida tecnologica: specchi del diametro superiore agli 8 metri devono infatti essere realizzati in più parti, e per contenere i costi è necessario utilizzare i comuni specchi sferici anziché quelli parabolici.
(Notizia aggiornata all'11 aprile 2005)