I campi magnetici che si formano sulla superficie del Sole hanno un’influenza determinante sul vento solare, il flusso di particelle elettricamente cariche che soffia costantemente dall’atmosfera della nostra stella e che si propaga in tutto il Sistema Solare.
È formato per il 95% da protoni ed elettroni (in uguale proporzione) che viaggiano nel cosmo a velocità comprese tra i 200 e i 900 km/s. Queste particelle interagiscono con il campo magnetico terrestre con effetti che possono essere insieme spettacolari, come le aurore boreali, ma anche molto meno piacevoli, come il danneggiamento di satelliti e sonde spaziali.
Il Sole in un computer. Per meglio comprendere i meccanismi che portano alla formazione dei campi magnetici sulla superficie del Sole, i ricercatori della NASA stanno collaborando con diversi istituti accademici. Lo studio viene condotto con l’aiuto di supercomputer come Pleiades, autore dell’immagine che vedete qui sopra.
Pleiades è uno degli elaboratori più potenti al mondo: con 198.432 processori e una memoria complessiva di 616 TB ha permesso agli scienziati della NASA di simulare i campi magnetici su una porzione della superficie del Sole e di visualizzarli con differenti colori a seconda della potenza (in azzurro quelli più deboli, in rosso quelli più potenti).
Le conoscenze acquisite con questo studio permetteranno agli astrofisici di comprendere meglio le dinamiche della nostra stella e la sua interazione con la Terra e con tutto il Sistema Solare.