Spazio

Un satellite spia attorno alla Stazione Spaziale Internazionale

Un satellite americano lanciato da SpaceX sta inseguendo la Iss: sono prove tecniche di un sistema di intercettazione o ci sono altri motivi?

Il primo di maggio SpaceX ha lanciato da Cape Canaveral un satellite (formalmente USA 276) per conto del National Reconnaissance Office, agenzia del Dipartimento della difesa Usa che costruisce e gestisce satelliti spia. Poco o nulla si sapeva della missione (è quasi impossibile tenere nascosto un lancio, ma per gli obiettivi è tutta un'altra storia), che ha tuttavia presto richiamato l'attenzione della vasta comunità di "osservatori" di satelliti, ossia degli appassionati che con i più disparati strumenti identificano i satelliti e ne seguono le orbite.

Il fly-by del satellite USA 276 attorno alla Iss. © Marco Langbroek

In molti hanno fin da subito rilevato che, in base ai dati di lancio, l'orbita di USA 276 sarebbe stata molto simile a quella della Stazione spaziale internazionale, al punto che il satellite avrebbe potuto avvicinarsi alla Iss.

Cosa che si è effettivamente verificata il 3 giugno: «USA 276 ha letteralmente ruotato attorno alla Iss», ha mostrato Marco Langbroek (di Leiden, Paesi Bassi), autore anche del tracciato che mostriamo qui sopra, dove appare evidente il fly-by attorno alla Iss.

La grafica qui a fianco mostra l'area di sicurezza della Iss: il parallelepipedo marrone corrisponde a uno spazio di 4 x 4 x 10 chilometri, all'interno del quale non deve transitare nulla (naturale o artificiale che sia).

Nel caso si avesse il sentore che qualcosa sta per occupare anche per breve tempo una porzione di quel volume di spazio, si valuta lo spostamento della Iss per ristabilire la zona di sicurezza.

«L’analisi dei dati della traiettoria del satellite», commenta Langbroek (che su SatTrackCam pubblica le fotografie del transito del satellite), «permette di affermare che il massimo avvicinamento lo ha portato a soli 6,2 chilometri di distanza, e in questi calcoli c'è un margine di errore di 2 chilometri. Il passaggio ravvicinato è avvenuto il 3 giugno alle 14:01:52 ora internazionale [16:01 italiana].»

Il quel momento la Iss si trovava sul Nord Atlantico, illuminata dal Sole. Il fly-by è avvenuto alla distanza minima di sicurezza e non sono state eseguite correzioni dell'orbita della Stazione spaziale.

Il punto di massimo avvicinamento tra USA 276 e la Iss. © Ted Molczan

Perché un satellite spia così vicino alla Iss? Potrebbe anche essere una casualità, ma Ted Molczan, esperto di orbite dei satelliti, che in un gruppo di discussione ha pubblicato un memorandum con gli argomenti a favore e contro questa possibilità, è dell’idea che la stretta congiunzione tra USA 276 e Iss è stata intenzionale.

Lo strumento del progetto Raven, sulla Iss. © NASA

Spiega Molczan che «non è da escludere che l’operazione rientri nel progetto Raven», sigla che identifica una serie di strumenti (già sulla Iss) che servono per mettere a punto la tecnologia che permetterà a un satellite di individuarne un altro e di inseguirlo con estrema precissione per vari motivi, per esempio per rifornirlo di carburante.

«Se così fosse», afferma Molczan, «USA 276 potrebbe rimanere in zona a lungo, occupando diverse quote rispetto alla Iss e dando modo a Raven di rilevarlo in un'ampia gamma di condizioni.»

13 giugno 2017 Luigi Bignami
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