Dopo una scia ininterrotta di lanci impeccabili durata quasi un decennio, un razzo Falcon 9 di SpaceX ha avuto un raro incidente nello Spazio e ha finito per dispiegare nell'orbita sbagliata i 20 satelliti Starlink che trasportava, condannandoli a una fine precoce. Il malfunzionamento, probabilmente dovuto a una perdita, si è verificato nella serata di giovedì 11 luglio, dopo il decollo del razzo di SpaceX dalla base spaziale Vandenberg, in California.
Le cause secondo SpaceX: problemi al motore del secondo stadio
Il Falcon 9 stava trasportando 20 satelliti Starlink, la costellazione di mini satelliti per l'accesso a Internet nei luoghi più remoti della Terra, contestata dagli astronomi per i problemi di inquinamento luminoso che la loro numerosità pone a chi studia il cielo notturno. Dopo due minuti e mezzo, come previsto, il primo stadio riutilizzabile del Falcon 9 si è staccato ed è ridisceso atterrando su una zattera nell'Oceano Pacifico. SpaceX riutilizza più volte questa parte del razzo, chiamata booster, mentre il secondo stadio dei Falcon 9 è ogni volta nuovo, perché si disintegra in atmosfera dopo aver rilasciato in orbita il carico (payload) che trasporta.
Questa volta, però, una perdita di ossigeno liquido ha causato un malfunzionamento del motore del secondo stadio, che non è stato in grado di completare la seconda riaccensione in orbita necessaria per collocare i satelliti Starlink nella corretta posizione. Durante la diretta del lancio si sono in effetti notati strati di ghiaccio che si staccavano dal secondo stadio per poi vaporizzarsi (come potete vedere nel post su X qui sopra).
I satelliti sono stati rilasciati, ma in un'orbita più bassa di quella prevista, una traiettoria ellittica (e non circolare come previsto) il cui punto più basso o perigeo arriva a soli 135 km dalla Terra. SpaceX ha riferito che scendono di circa 5 km a ogni orbita, cioè circa ogni 90 minuti, e che la spinta dei propulsori ionici dei satelliti non è sufficiente per innalzare la loro orbita a una quota che garantisca un minore attrito con l'atmosfera terrestre e che - sostanzialmente - li "risparmi".
Che ne sarà dei satelliti di SpaceX?
Dopo l'incidente, i 20 satelliti Starlink sono destinati a precipitare in atmosfera e a disintegrarsi nell'impatto con essa. Non è chiaro quando accadrà, anche se SpaceX ha precisato che «non costituiscono un pericolo per altri satelliti o per la pubblica sicurezza».
Il primo grave incidente in orbita in quasi 10 anni
L'ultimo guasto in volo per un Falcon 9 di SpaceX risale al 2015, quando il razzo si disintegrò mentre portava rifornimenti verso la Stazione Spaziale Internazionale. L'anno seguente un altro razzo della compagnia di Elon Musk esplose sulla piattaforma di lancio, durante il carico di propellenti per alcuni test ai motori.
Sono i normali e inevitabili inconvenienti della scienza missilistica. Nel mezzo, SpaceX ha completato oltre 300 lanci di successo con il Falcon 9, circa uno ogni 2,8 giorni se ci si limita al 2024. L'azienda punta al traguardo di più di 140 lanci quest'anno, contro i 91 del Falcon 9 completati nel 2023.
A rischio un'importante missione privata
L'accaduto potrebbe tuttavia causare ritardi ad alcune missioni spaziali umane che SpaceX ha in programma in estate. Come Polaris Dawn, una missione privata con equipaggio guidata dall'astronauta e imprenditore statunitense Jared Isaacman, che avrebbe dovuto partire a fine luglio. Obiettivo dell'ambiziosa missione è portare 4 cittadini privati con la capsula Crew Dragon nella più alta orbita terrestre mai raggiunta da equipaggi umani, e tentare la prima attività extraveicolare commerciale, con tute spaziali prodotte da SpaceX.
L'incidente potrebbe anche far slittare la missione Crew-9 della NASA, che a metà agosto avrebbe dovuto portare altri 4 astronauti sulla ISS. Prima che l'azienda possa lanciare altri Falcon 9 occorrerà infatti chiarire meglio che cosa è andato storto.